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Dazi sugli inverter, la nuova mossa di Trump contro il solare cinese

Dopo la stangata sul fotovoltaico estero, l’amministrazione Trump torna alla carica colpendo stavolta gli inverter provenienti dal gigante asiatico

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Gli inverter cinesi finiscono nella guerra commerciale USA-Cina

(Rinnovabili.it) – Nuovo attacco degli USA al settore solare della Cina. Dopo la stangata sul fotovoltaico estero, l’amministrazione Trump torna alla carica colpendo stavolta gli inverter provenienti dal gigante asiatico. È questa, infatti, una delle voci che appaiono nell’elenco dei beni cinesi importati in America, per un valore di 200 milioni di dollari, che subiranno i nuovi dazi del 10% a partire dal 24 settembre. E la percentuale si alzerà fino al 25% dal primo gennaio 2019.

Sotto la scure stelle e strisce finisce una ricca lista di beni di consumo come moduli AC, batterie, condizionatori d’aria, candele di accensione e lampade. La Cina ha già minacciato rappresaglia con il rischio, neppure tanto remoto, che la Casa Bianca risponda con ulteriori tariffe commerciali.

 

In questo ciclo di botta e risposta, uno dei settori che ne sta facendo maggiormente le spese è quello fotovoltaico, già oggi alle prese con i dazi del 30% imposti su celle e moduli fotovoltaici e quelli su acciaio e allumino. Secondo Scott Moskowitz, analista della società Wood Mackenzie Power & Renewables, la produzione di inverter americani rappresenta un segmento ristretto del mercato, ma i dazi incideranno in modo diverso sui giocatori in base a quanto una catena di approvvigionamento faccia affidamento o meno sulla Repubblica popolare. Il settore solare residenziale subirà probabilmente gli impatti più ampi. “Enphase e SolarEdge rappresentano quasi il 90 per cento di questo mercato e anche loro hanno grandi catene di approvvigionamento in Cina”, ha spiegato Moskowitz dalle pagine di Greentech Media. “Ognuno di loro ha annunciato piani per spostare la produzione dei propri prodotti verso altri mercati – Messico e Romania – ma ci vorrà un po’ di tempo per adattarsi”.

 

Chi ne beneficerà? Probabilmente aziende come SMA, Schneider Electric ed Power Electronics le cui basi di produzione si trovano in Europa e in India.  Va precisato che ad oggi i primi dazi sul fotovoltaico avrebbero avuto impatti minimi sul mercato americano rispetto alle originali proiezioni (Leggi anche Tagli agli incentivi solari, così la Cina indebolisce i dazi USA). L’eccesso di offerta creatosi in Cina, produrre numero uno al mondo, ha fatto crollare i prezzi delle celle solari, mitigando in parte l’effetto delle tariffe. Ma sul comparto si proietta anche l’ombra di una nuova misura punitiva, annunciata il mese scorso: la Casa Bianca vorrebbe aggiungere un ulteriore dazio del 25% a tutti i pannelli fotovoltaici cinesi.