Gli Stati Uniti sono pronti a innescare una nuova guerra commerciale nel settore solare. L’avversario? Il resto del mondo
Nuova indagine sui danni dell’import fotovoltaico ai produttori USA
(Rinnovabili.it) – Non è più solo il low cost cinese a preoccupare l’industria solare statunitense. La battaglia protezionista è appena diventa globale. Gli USA hanno consegnato agli altri 163 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) una comunicazione in cui si annuncia l’ipotesi di nuove tariffe di tutela su tutto l’import fotovoltaico, a prescindere dal paese d’origine. Si tratterebbe di una misura temporanea, applicabile, secondo le regole dell’OMC, per proteggere un determinato settore da un aumento improvviso e negativo delle importazioni.
Ad accertare il danno subito dall’industria stelle e strisce sarà l’International Trade Commission (ITC) americana a cui, solo poche settimane, fa è stato recapito il reclamo di Suniva, produttore di celle e moduli con sede in Georgia. La società è stata costretta a dichiarare fallimento nel mese di aprile. Il vertiginoso calo dei prezzi, guidato dall’eccesso di offerta nel fotovoltaico mondiale, ha contribuito a far perdere terreno all’azienda: incapace di competere con offerte (per lo più cinesi) di appena 35 centesimi/watt per i moduli, dal 2015 a oggi la compagnia ha perso oltre 50 milioni di dollari.
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Il ricorso all’ITC è stato quasi un passo obbligato. Suniva ha presentato una petizione in cui afferma che il volume dell’import fotovoltaico è aumentato del 51,6 per cento tra il 2012 e il 2016, mentre il valore di queste importazioni è cresciuto del 62,8 per cento, da 5.1 a 8.3 miliardi di dollari. I danni per il comparto nazionale sono stati ingenti. La società si è appellata alla “Sezione 201” del Trade Act 1974, uno strumento che potrebbe consentire al presidente Donald Trump di implementare nuove tariffe, prezzi minimi o quote sui prodotti solari provenienti da qualsiasi parte del mondo, se fosse provata la presenza di un “grave pregiudizio”.
La Commissione deciderà entro il 22 settembre di quest’anno e, se l’industria solare nazionale dovesse risultare realmente danneggiata, la palla passerà a Trump, a cui l’ITC dovrà consegnare entro il 13 novembre la relazione contenete le proprie raccomandazioni. Ma quello che chiede la società nel suo reclamo potrebbe costituire una lama a doppio taglio per il fotovoltaico USA. Suniva raccomanda di alzare il prezzo dei moduli solari importati di quasi il doppio, arrivando a circa 0,78 dollari il Watt, e un dazio iniziale sulle celle di 0,40 dollari/Watt. Se le richieste venissero accettate, il solare americano diverrebbe il più costoso al mondo.