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Crisi dell’industria fotovoltaica, UE al lavoro su un Solar Power Pledge

In Europa gli impianti fotovoltaici accelerano ma le fabbriche solari boccheggiano. La commissaria Simson promette un nuovo impegno per tutelare il settore

Crisi dell'industria fotovoltaica
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Le mosse comunitarie contro la crisi dell’industria fotovoltaica in Europa

(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico europeo? Se si parla di impianti installati e di energia prodotta, il periodo attuale non potrebbe essere dei migliori. A voler essere onesti potrebbe esserlo, tuttavia i risultati 2022 e 2023 mostrano già una forte ripresa rispetto al passato. Ma se il mercato solare UE, nella sua parte finale, sta vivendo buone giornate, a monte la situazione è ben più complessa. La crisi dell’industria fotovoltaica, schiacciata tra il low cost cinese e gli incentivi statunitensi dell’IRA, è oramai un dato di fatto.

Il problema è stato portato all’attenzione del Consiglio dell’Energia, lo scorso 4 marzo, dalla Commissione europea. “Esiste un netto contrasto tra il rapido sviluppo positivo del fotovoltaico e la situazione molto fragile dei fabbricanti europei pressanti dall’aumento delle importazioni a basso costo dai paesi terzi“, ha dichiarato la commissaria all’Energia Kadri Simson in conferenza stampa. Nel 2023 la  sovrapproduzione dei fabbricanti cinesi ha fatto crollare i prezzi di moduli e celle “made in China“. Al punto da portare i loro pannelli solari ad appena 0,15 dollari per watt. Si tratta del 50% in meno rispetto al prezzo dei moduli europei e del 60% in meno rispetto quelli statunitensi. 

Ma mentre gli States sono passati al contrattacco incentivando la propria produzione solare, l’Unione Europea non è stata in grado di elaborare rapidamente una strategia di tutela. E i primi effetti della crisi dell’industria fotovoltaica si sono fatti sentire. “I prodotti a basso costo che invadono i mercati dell’UE rendono difficile la competitività dei fabbricanti europei”, ha sottolineato Simson. “Ciò è molto preoccupante per una serie di ragioni diverse ed è anche una questione di sicurezza energetica”.

Le misure già attuate

In realtà la Commissione non è rimasta ferma a guardare. Ha lanciato un’Alleanza europea dell’industria fotovoltaica, che si è posta l’obiettivo di 30 GW di capacità produttiva lungo la catena del valore.

Nel Net-Zero Industry Act ha introdotto parametro di riferimento della capacità produttiva interna per coprire il 40% della domanda nel 2030, anche nel settore solare. E gli Stati membri sono stati invitati a usare criteri diversi dal prezzo nelle aste rinnovabili. “Ciò influenzerà in particolare il settore degli inverter [ambito in cui i fabbricanti europei sono competitivi a livello globale], dato che gli inverter intelligenti e basati sui dati stanno diventando la norma e la loro interazione con la rete è ora fondamentale”, ha sottolineato la commissaria.

Verso un nuovo Solar Power Pledge

Tuttavia gli sforzi messi in campo non bastano per combattere la convenienza cinese, né l’appeal statunitense per i nuovi investimenti nel campo manifatturiero. L’esecutivo Ue ha promesso che non vi saranno blocchi o limitazioni dirette ai pannelli solari importati, preferendo puntare a nuovi aiuti interni. “Riteniamo che sia nell’interesse di tutti avere catene di fornitura globali diversificate. Quindi il nostro compito ora è trovare un equilibrio tra mantenere l’implementazione accessibile e sostenere i produttori europei“. 

Il prossimo passo? “Insieme al Commissario Breton ho proposto alcune idee politiche agli Stati membri in una recente lettera e queste hanno trovato sostegno”, ha aggiunto Simson. “Ora lavorerò su un Solar Power Pledge, in cui gli Stati membri e le parti interessate si impegneranno a intraprendere azioni concrete per sostenere la nostra produzione qui in Europa”. L’esecutivo Ue ha anche annunciato l’intenzione di applicare le normative sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica ai moduli fotovoltaici per garantire condizioni di parità sui requisiti ambientali.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.