Ben 3.054 comuni sono diventati autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 50 per quelli termici, ma la crescita dell’energia pulita è troppo lenta e gli obiettivi 2030 diventano un miraggio
Legambiente presenta Comuni Rinnovabili 2019, il rapporto annuale sull’energia pulita cittadina
(Rinnovabili.it) – In Italia 41 comuni hanno detto basta alle energie fossili rendendosi energeticamente indipendenti. Sono i fiori all’occhiello di Comuni Rinnovabili 2019, il documento annuale di Legambiente sulla transizione energetica italiana su scala urbana. L’edizione conferma i buoni risultati nazionali raggiunti negli ultimi anni ma lancia anche un allarme: la crescita delle rinnovabili non tiene il ritmo con quanto chiesto dall’Accordo sul clima di Parigi. Non solo. Gli investimenti stanno rallentando e per la prima volta in 12 anni si è ridotta la produzione di energia prodotta da solare, eolico, bioenergie.
Quello che sta succedendo all’Italia non è un caso isolato. Eppure, per un paese ricco di opportunità verdi e con una storia da precursore dell’energia pulita alle spalle, il momento di pausa risulta completamente anacronistico. “Non possiamo più aspettare – spiega Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente – lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è praticamente fermo e non ha alcun senso rinviare una scelta che può fermare la febbre del pianeta ed è nell’interesse dei cittadini, delle imprese”. Gli fa eco Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente “È tempo di aprire un confronto sulle scelte nei diversi settori produttivi e sulle politiche più efficaci di efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili. Dobbiamo riuscire entro il 2030 quanto meno a triplicare i 20 GW installati di solare e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici ed emissioni di CO2”.
L’impegno profuso negli anni passati ci permette ancora oggi si essere considerata una delle nazioni più avanti nel mondo sul fronte delle green energy. E i dati di Comuni Rinnovabili 2019 lo confermano. Oltre a 41 realtà al 100% rinnovabili esistono anche 3.054 comuni autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 50 per quelli termici. In ogni città, grande o piccola, è installato almeno un impianto fotovoltaico ma anche le altre tecnologie hanno un peso non indifferente. 7.121 comuni hanno scelto il solare termico, 1.489 si affidano al mini idroelettrico e 1.028 hanno anche impianti eolici.
Ma se si guarda il totale dell’installato in Italia, ci si accorge che le fer stanno crescendo a ritmi lentissimi e “inadeguati perfino a raggiungere i già limitati obiettivi al 2030 della Strategia energetica nazionale e del nuovo Piano Energia e Clima”, spiega Legambiente.
Una svolta al cambiamento dovrebbe arrivare dalle nuove norme europee. Nell’ultimo pacchetto clima energia comunitario, infatti, l’UE ha definito principi e regole per le comunità energetiche e i cosiddetti prosumer, ossia produttori-consumatori. Si tratta di elementi, come sottolinea Zanchini, “grazie a cui saranno smontate le assurde barriere che oggi impediscono di scambiare energia pulita nei condomini o in un distretto produttivo e in un territorio agricolo”.
“Il 2019 sarà un anno fondamentale – ha aggiunto Eroe – perché queste decisioni dovranno essere messe nero su bianco nella versione finale del Piano energia e clima, da presentare a dicembre a Bruxelles, che dovrà fissare la traiettoria degli obiettivi e delle politiche al 2030 e poi di completa decarbonizzazione. […] La prospettiva della generazione distribuita è fondamentale anche perché è una risposta locale a problemi globali che si può applicare ovunque”.