Presentato oggi a Roma il dossier “Comuni Rinnovabili 2017”. Tra premi e buone pratiche Legambiente ricostruisce l’Italia della generazione distribuita
Presentato oggi a roma il Report Comuni Rinnovabili 2017
(Rinnovabili.it) – Il rapporto dell’Autorità per l’energia lo aveva preannunciato: la generazione distribuita a base di energia pulita sta cambiando il modello energetico italiano. Ora Comuni rinnovabili 2017, il rapporto annuale di Legambiente, realizzato con il contributo di Enel Green Power e in collaborazione con GSE, ne dà la conferma. Fotovoltaico, eolico, geotermia, biomasse e mini-idro hanno fatto partire una rivoluzione dal basso, trasformando spesso e volentieri le città italiane in “centrali energetiche diffuse”.
Oggi in tutti i municipi si conta almeno un impianto “verde”. Sui 7.978 comuni italiani totali ben 3021 producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti, grazie a una o più fonti alternative. E sono ben 40 i Comuni rinnovabili al 100%, ossia dove l’energia pulita è in grado di soddisfare i consumi elettrici e termici riducendo le bollette di cittadini e imprese.
La migliore realtà fra tutte? Quella di Cavalese (TN), antesignana dell’autosufcienza energetica e premiata con il riconoscimento di comune 100% rinnovabile. Cavalese possiede 102 gli impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 1,1 MW, istallati su tetti e coperture a cui si aggiunge un impianto mini idroelettrico da 706 kW, un impianto a biogas da 1 MW e un impianto a biomassa in cogenerazione da 1 MW elettrico e 23,5 MW termici connesso alla nuova centrale di teleriscaldamento, inaugurata a novembre 2016.
Il report Comuni Rinnovabili 2017 premia anche le amministrazioni e le società che si impegnano quotidianamente per la sostenibilità e l’innovazione come il comune di Castellamare di Stabia (Na), vincitore del premio buona pratica, e le quattro aziende vincitrici del premio rinnovabili e cibo di qualità unito all’innovazione in campo energetico.
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Tra queste c’è la Società Agricola Arte che produce prodotti biologici certificati avvalendosi di tecnologie agronomiche sostenibili di un impianto a biogas per alimentare tutti i processi di trasformazione. Le materie prime del biogas? Per il 50% dagli scarti agricoli e per il 25% dai sottoprodotti aziendali.
Del gruppo di vincitrici fa parte anche Vapori di Birra, il primo birrificio artigianale al mondo che sfrutta il vapore geotermico come fonte primaria di energia nel processo brassicolo, e Nuova Sarda Industria Casearia che, grazie ad un impianto fotovoltaico e un termodinamico, è autosufficiente sia sul fronte elettrico che su quello termico (nei processi di riscaldamento del latte e del siero).