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La Cina sorpassa l’UE: ora è il produttore solare più potente al mondo

--FILE--Workers walk past arrays of solar panels at a solar power plant in the Gobi in Golmud, northwest Chinas Qinghai province, 23 July 2011. China has introduced a unified grid feed-in tariff for solar power, a move that may lead to faster development of renewable energy for homes and that powered shares of solar-related stocks. The government has set the solar power price charged by power plants to grid operators at 1.15 yuan (18 US cents) per kilowatt-hour for projects which were approved before July 1 and begin operations before the end of this year, the National Development and Reform Commission said.

 La Cina sorpassa l’UE: ora è il produttore solare più potente al mondo

 

 

(Rinnovabili.it) – Con un mercato solare in grado di crescere in un anno di ben 30 GW, era facilmente prevedibile che per la Cina fosse solo questione tempo prima di togliere lo scettro fotovoltaico all’Europa. L’ex regina ha definitivamente abdicato in favore della Repubblica popolare a fine 2016, quando la capacità fotovoltaica cinese istallata sul territorio ha toccato quota 77.42 GW totali. Una crescita pari al 125% su base annua.

 

Del risultato è particolarmente orgogliosa la National Energy Administration (NEA). Lo scorso sabato l’ente ha pubblicato gli ultimi dati mostrando come la nazione sia divenuta il maggior produttore di energia fotovoltaica al mondo. Shandong, Henan (entrambe nel lato est del paese) e lo Xinjiang (nord ovest) sono state le province in cui si è registrato l’aumento maggiore di capacità, mentre Xinjiang, Gansu, Qinghai e la Mongolia interna sono oggi quelle che vantano la maggiore capacità complessiva.

 

Va detto che molti dei nuovi impianti cinesi non sono ancora stati allacciati alla rete e che, malgrado la cifra record, la potenza solare del gigante asiatico copre poco più dell’un percento di produzione energetica nazionale. Nel futuro della Cina c’è l’obiettivo di superare i 110 GW entro il 2020, per spingere la quota di energie rinnovabili oltre il 10% del mix. Obiettivo che il Governo intende supportare attivamente con 364 miliardi di dollari di investimenti. E sebbene Pechino abbia esplicitato l’intenzione di tagliare i generosi sussidi al fotovoltaico, rivedendone anche i meccanismi incentivanti (vedi il nuovo mercato dei certificati verdi), è ormai chiaro che il Paese abbia messo fin troppa strada tra sé e l’Europa.

 

Dal canto suo il Vecchio Continente sta soffrendo le conseguenze della, in molti casi brusca, interruzione dei sistemi d’incentivazione statali. Secondo quanto riferito dalla SolarPower Europe, l’associazione che rappresenta i produttori di energia solare in Europa, lo scorso anno i nuovi impianti sono calati del 20% rispetto al 2015, passando dagli 8,6 GW di nuova capacità a 6,9 GW. L’associazione è convinta che l’UE possa essere eclissata dalle “potenze asiatiche” sia in termini di produzione che di impianti istallati. “Dopo aver ispirato tante regioni del mondo, l’Europa ha bisogno di ritrovare la propria ispirazione, agendo come leader della transizione energetica”, spiegano i funzionari di SolarPower  Europe. “Abbiamo bisogno di costruire un grande progetto industriale intorno al solare e alle fonti rinnovabili. E, per cominciare, aumentando l’obiettivo 2030 per le rinnovabili al 35%”.

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