Il mercato dell'energia pulita sta crescendo a un ritmo veloce e la Cina si sta affermando come leader tecnologico globale
Il futuro delle tecnologie rinnovabili? Oramai è in mano alla Cina
(Rinnovabili.it) – Gli analisti di settore hanno già consacrato la Cina come il paese numero uno per gli investitori interessati al business dell’energia pulita. Ora, con l’uscita di scena degli Stati Uniti, la cui nuova visione politica è quasi completamente improntata alle fonti fossili, la Repubblica Popolare è destinata ad assumere il ruolo di leader indiscusso nelle tecnologie rinnovabili.
Le mire cinesi non riguardano solo la crescita verde nazionale. Quella che oggi è la seconda più grande economia mondiale, ha speso nel 2017 oltre 44 miliardi di dollari in acquisizioni e progetti internazionali. L’espansione del gigante asiatico è guidata essenzialmente dalla Belt and Road Initiative (BRI) strategia di sviluppo voluta dal presidente cinese Xi Jinping per promuovere la connessione e la cooperazione tra i paesi eurasiatici. In questo contesto, le attività cinesi di M&A (Merger & Acquisition, ossia Fusione e acquisizione) nei Paesi che fanno parte della nuova Via della Seta hanno registrato un deciso salto quantitativo nel 2017. Basti pensare che nel 2016, le acquisizioni relative alla Belt e Road Initiative hanno totalizzato 31 miliardi di dollari, cifra superata lo scorso anno già ad agosto.
“L’energia rinnovabile dominerà la crescita di capacità globale per almeno i prossimi due decenni”, spiega Tim Buckley, direttore degli studi di finanza energetica all’IEEFA (Institute for Energy Economics and Financial Analysis). “La Cina si sta già preparando a guidare questo nuovo mondo”.
Buckley è co-autore dell’ultimo report dell’Istituto, in cui si analizzano i trend del gigante asiatico su investimenti ed espansione economica in tema di tecnologie rinnovabili. “Il mercato dell’energia pulita sta crescendo a un ritmo veloce e la Cina si sta affermando come leader tecnologico globale mentre il governo degli Stati Uniti guarda dall’altra parte”, afferma l’analista. Anche se Pechino non volesse necessariamente colmare il vuoto di potere lasciato dal ritiro degli Stati Uniti dal Paris Agreement, di sicuro le farà estremamente comodo “fornire tecnologia e capacità finanziaria in modo da dominare settori in rapida crescita come quello dell’energia solare, dei veicoli elettrici e delle batterie.”