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Cina: nuove linee guida per il fotovoltaico mentre taglia il carbone

Pubblicate nuove linee guida che stabiliscono la quota di investimento minimo dedicato al settore ricerca e sviluppo e standard tecnici per le celle solari

fotovoltaico

 

(Rinnovabili.it) – La Cina controllerà rigorosamente l’espansione del fotovoltaico e incoraggerà una maggiore innovazione su tutta la filiera. Lo ha riferito oggi il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology (MIIT) pubblicando le nuove linee guida dedicate all’industria solare nazionale. Un pacchetto di misure che fa della capacità di miglioramento tecnologico il proprio fulcro, proseguendo il lavoro già avviato con il programma Top Runner. L’obiettivo è quello di potenziare la tecnologia fotovoltaica e tagliare i costi di fabbricazione, consolidando la  posizione del Paese come leader nel mercato fotovoltaico globale.

 

La Repubblica Popolare è il produttore fv numero uno al mondo: nonostante le difficoltà di diverse aziende cinesi negli ultimi anni, nel 2017 la nazione ha prodotto un totale di 87 GW di wafer di silicio e 68 GW di celle solari. Nello stesso periodo ha installato ben 52,83 GW di nuova capacità solare sul territorio. Un valore che la rende pressoché irraggiungibile da altri Paesi, in termini di velocità di crescita (leggi anche Cina, regina del fotovoltaico: nuovo boom nella capacità).

Ma buona parte delle celle e dei pannelli solari che fabbrica sono destinati ai mercati esteri, dove riescono a vincere la concorrenza grazie a prezzi notevolmente inferiori. Al low cost cinese, molte potenze hanno risposto con una politica commerciale protettiva. Ultimi, in ordini di tempo, gli USA con le nuove tariffe solari applicate a tutto l’import fotovoltaico. Ciò rende ancora più fondamentale per Pechino intervenire nel mercato solare globale, incentivando l’innovazione.

 

>>Leggi anche Fotovoltaico: la Cina guida il passaggio al silicio monocristallino<<

 

Le nuove linee guida stabiliscono la quota di investimento minimo dedicato al settore ricerca e sviluppo per l’industria fv (si parla di circa 1,58 milioni a società, ogni anno) e standard tecnici, come l’efficienza minima delle celle solari.

E mentre con una mano Pechino sprona i propri produttori fotovoltaici, con l’altra frena il carbone. L’agenzia di stampa  governativa Xinhua fa sapere che il Consiglio di Stato ha eliminato 65 GW di nuova capacità energetica dal carbone perché in eccesso rispetto l’obiettivo nazionale. La stretta sulla fonte numero uno nel Paese arriva dopo i dati sui crescenti consumi del 2017, primo significativo rialzo dal 2013, sebbene il combustibile stia perdendo diversi punti nel mix energetico. Il Governo è intenzionato a mantenere la capacità del carbone sotto i 1.100 GW e ha promesso, per ora solo a parole, severi vincoli all’inquinamento delle centrali termoelettriche per i prossimi tre anni.