L’energia trasmessa verrebbe “inviata” sulla Terra tramite microonde o raggi laser
(Rinnovabili.it) – Cina, un team di scienziati ha annunciato un programma per la costruzione della prima stazione energetica fotovoltaica direttamente nello spazio. Secondo quanto riporta il Sidney Morning Herald, la stazione resterebbe in orbita a 36 mila chilometri dalla Terra: a quell’altezza, gli impianti fotovoltaici potrebbero catturare i raggi solari senza le interferenze dovute all’atmosfera e operando 24 ore su 24, con la medesima efficienza a prescindere dalla stagione. I preparativi sono già cominciati: secondo l’edizione cinese del Science and Technology Daily, una stazione spaziale sperimentale è già in costruzione nella città di Chongqing.
Secondo Pang Zhihao, un ricercatore della China Academy of Space Technology Corporation, una simile stazione spaziale potrebbe realizzare il sogno di un’inesauribile fonte di energia pulita per tutta l’umanità e potrebbe produrre fino a 6 volte più energia di quanto attualmente permettono gli impianti solari installati sul pianeta.
Il programma prevede l’invio in orbita di piccole e medie porzioni della stazione tra il 2021 e il 2025 da collegare poi fino a sviluppare un vero e proprio impianto di produzione d’energia solare orbitante entro il 2030.
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L’energia solare immagazzinata verrebbe convertita in elettricità e “inviata” sulla Terra tramite microonde o raggi laser. Entrambe le tecnologie sono al vaglio dei ricercatori cinesi che ancora ne devono studiare l’impatto sull’atmosfera e sull’ambiente di destinazione.
A costruire l’enorme stazione, il cui peso complessivo dovrebbe raggiungere le 1000 tonnellate, ben al di là delle 400 tonnellate raggiunte dalla stazione spaziale internazionale, potrebbero essere appositi macchinari inviati direttamente nello spazio: robot e stampa 3D eviterebbero così le complesse operazioni di sviluppo dell’impianto a terra e la successiva messa in orbita.
Il lancio della stazione solare cinese potrebbe fungere anche da volano per il programma di espansione spaziale messo in campo dalla Cina negli ultimi anni. La tecnologia in questione, comunque, è al centro delle sperimentazioni anche delle agenzie spaziali europee, giapponesi e indiane.
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