Rinnovabili • Rinnovabili •

Celle solari più efficienti grazie alla tecnologia dei Blu-ray

La tecnologia di memorizzazione dati dei Blu-ray trasferita alla superficie delle celle solari ne aumenta l’assorbimento della luce migliorando l'efficienza

Blu-ray celle solari 1(Rinnovabili.it) – Ebbene si, uno dei modi migliori per conservare film in alta definizione, diventa anche il sistema più efficace per immagazzinare energia nelle celle solari.

 

Secondo lo studio condotto dal team interdisciplinare guidato da Jiaxing Huang della Northwestern University di Evanston negli Usa, la tecnologia Blu-ray permette di migliorare l’assorbimento della luce attraverso lo spettro solare, aumentando di conseguenza l’efficienza delle celle solari.

I dischi Blu-ray sono in grado di contenere una maggiore densità di dati rispetto a DVD e CD grazie ad un modello, quasi casuale, messo a punto nel corso di decenni dagli ingeneri, è questa stessa caratteristica che se trasferita sulla superficie delle celle solari consente di aumentarne la resa e l’assorbimento della luce.

Indipendentemente che il film registrato in blu-ray sia un western, uno show televisivi o un cartone animato, i ricercatori hanno confermato le ottime caratteristiche di questa particolare texture nel campo dell’energia pulita.

I ricercatori della Northwestern hanno dimostrato che le stringhe di codice binario 0 e 1, integrate in un disco Blu-ray per memorizzare le informazioni video, danno alle celle solari la struttura superficiale quasi ottimale arrivando ad aumentare del 21,8% l’assorbimento della luce.

 

“Oltre a migliorare le celle solari polimeriche – sottolinea Cheng Sun, professore associato di ingegneria meccanica – la nostra simulazione suggerisce che i modelli Blu-ray potrebbero essere applicati per lo stesso scopo su qualsiasi altro tipo di celle solari”.

 

Una scoperta che contribuirà anche alla riduzione di sprechi e rifiuti, attribuendo una nuova vita alle migliaia di dischi Blu-ray inutilizzati, per produrre celle solari più efficienti a costi ridotti.

I risultati sono pubblicati ieri sulla rivista Nature Communications.