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Celle solari organiche con il 25% d’efficienza, è record mondiale

celle solari organiche
Credit: Toyobo

Progressi per le celle solari organiche

(Rinnovabili.it) – Nuovi passi avanti per l’efficienza delle celle solari organiche. L’azienda chimica giapponese Toyobo e l’istituto di ricerca francese CEA- Liten sono riusciti a realizzare unità sperimentali con il più alto valore di conversione della luce in una “stanza buia”. Un 25 per cento di efficienza complessiva che rappresenta un netto miglioramento rispetto al passato. Nel dettaglio, il valore è del 60 per cento più alto rispetto alla resa del fotovoltaico in silicio amorfo, quello per intenderci delle calcolatrici solari, nelle stesse condizioni.

Le celle solari organiche continuano ad avere un indiscutibile appeal per il mondo ricerca e dell’hi-tech. Questa soluzione tecnologica offre, tra le altre cose, interessanti risvolti nel mondo della sensoristica wireless. E l’obiettivo della stessa Toyobo è realizzare un film sottile che possa alimentare efficacemente, ad esempio, dispositivi di rilevamento di temperatura, movimento o umidità.

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Perché siano efficaci devono, però, poter lavorare anche in condizioni di scarsa illuminazione. Con questo obiettivo in mente, l’azienda giapponese ha sviluppato un materiale fotovoltaico organico in grado di produrre elevate potenze da fonti luminose ambientali a bassa luminosità. Il materiale – spiega Toyobo in una nota stampa – può disciogliersi facilmente anche in solventi privi di alogeni, permettendo un rivestimento uniforme del substrato di vetro.

Per trasformare il materiale in celle solari organiche funzionanti e d’alta qualità, l’azienda ha avviato un partnership con l’istituto governativo francese. “Durante un esperimento di verifica con illuminazione al neon di 220 lux – equivalente alla luminosità di una stanza buia – è stato confermato che il prodotto testato aveva raggiunto un’efficienza di conversione di circa il 25%”.

Liten e Toyobo hanno anche sviluppato prototipi di moduli solari organici su un substrato di film di polietilene tereftalato (PET) su un’area effettiva di 18 centimetri quadrati. L’unità è stata in grado di sviluppare una potenza circa 130 microwatt (µW) con un’illuminazione di 220 lux.

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