Un mix di tecnologie aumenta la resa delle celle solari monocristalline di tipo p
(Rinnovabili.it) – La battaglia commerciale tra celle solari monocristalline di tipo p e di tipo n è ancora aperta. Le due tecnologie si affrontano da anni su prestazioni e costi, in una corsa in continua evoluzione. Le differenze? A livello “d’architettura”, le celle di tipo p sono costruite su una base di silicio con carica positiva, quelle di tipo n, al contrario, hanno come base il lato a carica negativa. Queste ultime offrono efficienze maggiori e sono immuni all’effetto LID, ossia la degradazione indotta dalla luce solare; tuttavia le prime sono quelle più diffuse sul mercato avendo avuto la fortuna di essere le prime al centro di un processo d’industrializzazione grazie alle applicazioni spaziali: essendo in grado di resistere alle radiazioni hanno inaugurato il settore fotovoltaico in ambito aerospaziale e da qui hanno fatto l’ingresso nella produzione su larga scala.
I margini di miglioramento tecnologico per le celle solari monocristalline di tipo p sono non si sono ancora esauriti come dimostra la cinese JinkoSolar. Il produttore, membro oggi della “Silicon Module Super League”, ha annunciato di aver raggiunto un nuovo record mondiale d’efficienza per questi dispositivi. Come confermato dai test di certificazione effettuati dal centro sistemi fotovoltaici ed eolici presso l’Accademia delle scienze cinese (CAS), le nuove celle mostrano una capacità di trasformare in elettricità il 23,95 per cento della luce incidente. Un miglioramento rispetto al precedente valore massimo raggiunto con una combinazione di miglioramenti tecnici e ottimizzazione produttive. Questi includono wafer mono altamente drogato e a basso difetto (minore presenza di impurità metalliche nel silicio).
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I ricercatori della JinkoSolar hanno migliorato la formazione dell’emettitore selettivo delle celle nonché della passivazione dell’ossido di silicio e della quella del lato posteriore. La società ha inoltre utilizzato nella produzione la tecnologia ARC (Anti-Reflective Coating), di cui detiene il brevetto, che impiega silicio nero e multistrato per ridurre la riflettività del lato anteriore delle celle, aumentando la corrente di cortocircuito. “Questo risultato tecnico – spiega Kangping Chen, CEO di JinkoSolar – è una combinazione di diverse e recenti tecnologie che possediamo, in particolare l’introduzione del nuovo processo di passivazione e quello di contatto selettivo hanno rotto il collo di bottiglia tecnico creato dalla tecnologia tradizionale, rappresentando un significativo un passo avanti per le nostre celle solari di tipo p […] Continueremo ad stanziare risorse nell’innovazione fotovoltaica ad alta efficienza e nella sua applicazione nel mercato”. Nel 2017, la compagnia ha stanziato nel settore Ricerca e Sviluppo oltre 45 milioni di dollari.