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Addio argento, benvenuto rame: è record per le celle solari in silicio

L'australiana SunDrive Solar sottrae il primato fotovoltaico al gigante cinese Longi Solar raggiungendo un'efficienza di conversione del 25,54%

celle solari in silicio
Credits: SunDrive

Le prime celle solari in silicio senza argento ad alta efficienza

(Rinnovabili.it) – Il record mondiale d’efficenza per le celle solari in silicio cristallino non appartiene più alla Cina. L’azienda australiana SunDrive Solar si è guadagnata il nuovo primato, fino ad ieri ad appannaggio dello storico produttore Longi Solar.

La giovane società, fondata nel 2015 da Vince Allen e David Hu dell’University of New South Wales (UNSW), ha annunciato in questi giorni d’aver raggiunto un’efficienza di conversione del 25,54% su una cella di dimensioni commerciali; valore certificato in maniera indipendente dall’Institute for Solar Energy Research Hamelin. L’ottimo risultato si fa notare non solo perché rappresenta il nuovo record di settore, ma anche perché il prodotto fa a meno di un materiale prezioso per il fotovoltaico: l’argento. Normalmente ogni modulo contiene in media 20 grammi di argento, equivalenti a circa il 6,1% del costo totale di costruzione di ciascuna unità. La scelta è quasi obbligata dal momento che si tratta del metallo con la più alta conduttività elettrica e termica. Gli ingegneri della SunDrive sono, tuttavia, riusciti a sostituirlo con il rame – metallo 100 volte più economico – senza che le prestazioni delle celle solari in silicio ne risentissero.

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La professoressa Alison Lennon della School of Photovoltaic and Renewable Energy Engineering dell’UNSW, oggi consulente della società, commenta così il successo. “Si tratta di una storia straordinaria di come il dottorato di rcerca presso l’UNSW possa esser tradotto in una startup. Molte delle conoscenze che Vince sta utilizzando ora in SunDrive, sono state apprese qui, nei progetti di settore che gestiamo. Questa è davvero una storia alla ‘Davide contro Golia’ per il comparto dei dei pannelli solari, e ha catturato l’interesse dell’industria fotovoltaica cinese”.

I dettagli rivelati dall’azienda sono, però, molto pochi e ancora non è dato sapere se la tecnologia raggiungerà o meno la produzione di serie. Di certo c’è la certificazione del record e l’interesse di grandi investitori come Blackbird Ventures, che hanno già sborsato 7,5 milioni di dollari.

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Secondo Lennon l’azienda ha il potenziale per cambiare l’industria dei pannelli solari. “Conosco i costi associati alla metallizzazione ed è un vero problema per il fotovoltaico. Se i produttori potessero utilizzare questa tecnologia per produrre energia a un costo per watt molto più basso, questo risparmio verrebbe trasferito al consumatore”.