Il nuovo record per le celle solari ad eterogiunzione potrebbe migliorare la resa dei pannelli bifacciali di EGP
(Rinnovabili.it) – “Il 2020 inizia nel migliore dei modi con un nuovo record di efficienza di conversione per le celle solari ad eterogiunzione”. Con queste parole l’Institut National de l’Énergie Solaire (INES) annuncia un nuovo importante passo avanti per il mondo fotovoltaico. L’Istituto, in collaborazione la francese CEA ed la multinazionale italiana Enel Green Power, ha tagliato un traguardo eccezionale portando l’efficienza di questa tecnologia al 24,63 per cento su un wafer “M2 standard” (ossia di 156,75 mm x 156,75 mm). Il valore, si legge sulla rivista Pv magazine, è stato certificato dall’ISFH, l’Istituto tedesco per la ricerca sull’energia solare di Hamelin.
“Questo risultato è entusiasmante non solo per i valori di efficienza, ma anche perché è stato ottenuto utilizzando processi di deposizioni degli strati standard come la deposizione chimica da vapore e quella ‘plasma assistita’ e apparecchiature commerciali, combinati con la metallizzazione mediante serigrafia busbarless”, spiega l’INES in una nota stampa.
Quest’ultimo processo ha permesso sia di aumentare la luce raccolta che di rendere più economica la produzione.
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Le convenzionali celle solari in silicio sono metallizzate con sottili strisce di rame rivestite d’argento, stampate sui lati anteriore e posteriore. Questi contatti metallici sono chiamati busbar e hanno un preciso scopo: conducono la corrente continua generata dalla cella solare fotovoltaica. La tecnologia busbarless elimina la necessità di queste barre utilizzando segmenti di celle fotovoltaiche solari sovrapposte che sono direttamente collegate tra loro elettricamente. Questo approccio permette di ridurre lo spazio inattivo tra le celle e la perdita di potenza causata dall’ombreggiatura, così come di diminuire l’argento impiegato.
“Il processo è pienamente compatibile con i volumi di produzione molto elevati richiesti da questo settore altamente competitivo”, ha aggiunto l’istituto francese.
Il prossimo passo, spiegano i ricercatori, sarà quello di raggiungere con le celle solari ad eterogiunzione un’efficienza del 25 per cento. Nel frattempo, i partner di ottenere gli stessi risultati nella fabbrica Enel GreenPower di Catania. L’impianto in questione è una delle eccellenze italiane in ambito fotovoltaico: è il primo, e per ora anche l’unico al mondo, a produrre moduli bifacciali in HJT (silicio amorfo e cristallino ) su scala industriale. Frutto di un processo di riconversione tecnologia, la nuova fabbrica mira a sfornare 200 MW di pannelli l’anno e i nuovi miglioramenti tecnologia potrebbero offrire una nuova spinta in avanti alla tecnologia. Attualmente infatti i moduli possiedono un’efficenza di conversione della luce in elettricità superiore al 20,5 per cento e ogni unità vanta una potenza nominale di 400W. Non solo: la doppia faccia permette di catturare la luce anche sul lato posteriore, ottenendo così una maggiore produzione di energia elettrica, quantificata in circa il 30 per cento in più rispetto ai pannelli tradizionali mono-facciali.
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