L’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica ha svolto un’analisi che evidenzia come il fotovoltaico non sia l’unico responsabile degli aumenti dei costi elettrici per i consumatori
(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico contribuisce a smorzare i prezzi nelle ore di punta, determinando una riduzione degli oneri per il consumatore, e non viceversa. Ci tiene a sottolinearlo Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica che, a seguito dei dati forniti dall’AEEG sull’incremento del prezzo dell’elettricità per il primo trimestre 2012, rilascia oggi un‘analisi approfondita per far luce sulle vere responsabilità del “caro-bolletta” e “discolpare” la tecnologia fotovoltaica. Nel dettaglio in merito a quanto comunicato dall’Authority sull’aggiornamento tariffario del primo trimestre, Assosolare stima che, sul totale aumento degli oneri generali il fotovoltaico sia arrivato solo recentemente a pesare per circa la metà. Inoltre, spiega l’associazione, “l’aumento della spesa per elettricità da fonti energetiche tradizionali pesa molto più di quella per il fotovoltaico: per la quota energia (spesa per elettricità da combustibili tradizionali), la famiglia-tipo sosterrà nel 2012 una spesa annua di ca. 269 euro a fronte dei 260 sostenuti del 2011 (ca. +9 euro, contro il +5 euro del fotovoltaico)”.
In base a questa ipotesi, la spesa annuale di una famiglia media italiana a sostegno del fotovoltaico si assesterebbe sul 7% circa della spesa complessiva, mentre è improbabile che il prezzo dell’energia da fonte tradizionale si mantenga inalterato dal momento che è fortemente condizionato da fattori geopolitici poco prevedibili. Inoltre, a partire dal 2013, la produzione di elettricità da fonti tradizionali sarà gravata dall’onere dell’emissione di CO2 che impatterà direttamente sul costo dell’elettricità, aumentando la spesa per i consumatori (almeno 15 euro/anno per famiglia). “Il fotovoltaico, essendo una fonte “zero emissioni”, contribuirà a mitigare questo effetto: ad esempio, il raggiungimento dell’obiettivo di 23.000 MW consentirà una riduzione dell’8% dell’ aumento di prezzo”.