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Le campane tibetane insegnano al fotovoltaico a migliorare l’efficienza

Le campane tibetane insegnano al fotovoltaico a migliorare l'efficienza

 

(Rinnovabili.it) – Anche la meditazione può dare una mano alla ricerca energetica. Se non ci credete chiedete al dottor Niraj Lal, della Australian National University che ha sperimentato un nuovo modo per rendere più efficienti le celle solari, ispirandosi alla forma delle secolari ciotole del canto buddiste. Durante il suo dottorato di ricerca presso l’Università di Cambridge, Niraj ha scoperto infatti che versioni su scala nanometrica delle piccole campane tibetane sono in grado di risuonare alla luce esattamente come farebbero con il suono. Lo scienziato ha applicato questa rivelazione al fotovoltaico per aumentarne di cattura e conversione dell’energia solare.

 

“I pannelli solari standard perdono una grande quantità dell’energia luminosa che colpisce la loro superficie, abbassando di conseguenza la loro efficienza”, ha affermato Niraj. Ma con una struttura nanometrica a forma di campanelle tibetane “la luce rimbalza all’interno delle celle più a lungo”. Il risultato? Il materiale fotovoltaico non perde neanche un raggio luminoso di quelli che colpiscono la sua superficie. Durante il suo dottorato di ricerca, lo scienziato ha messo in evidenza come la luce manipolata dai ‘nanobowls’ crei una risonanza ‘plasmonica‘ che quadruplica le prestazioni delle celle nelle condizioni di laboratorio. Il ricercatore insieme ai suoi colleghi ha impiegato due diversi tipi di moduli fotovoltaici strutturati in tandem per catturare lunghezze d’onda differenti, e con una superficie nano-disegnata. “Essendo in grado di fare una cella solare che ‘vede’ più colori e mantiene la giusta luce negli strati giusti, – spiega Niraji – allora possiamo aumentare ancora di più l’efficienza”.

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