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Budget 2018, Trump agita le forbici sull’energia pulita

Le bozze del documento di bilancio parlano di un taglio del 72 per cento dei fondi concessi alla ricerca energetica

Budget 2018

 

Le prime indiscrezioni sul Budget 2018 degli Stati Uniti

(Rinnovabili.it) – L’amministrazione Trump chiederà al Congresso di tagliare i fondi dedicati ai programmi di efficienza energetica e ricerca nell’energia pulita. È quanto rivela oggi The Washington Post, anticipando in esclusiva alcuni dei contenuti del Budget 2018 degli USA.

La battaglia del presidente americano contro le rinnovabili sembra dunque non voler esaurirsi. Le bozze del documento parlano di un taglio del 72 per cento dei fondi concessi al comparto in seno al Dipartimento dell’energia statunitense (DoE), rimarcando ovviamente la preferenza della Casa Bianca per i combustibili fossili. Facendo alcuni calcoli, questo significherebbe ridurre la spesa per l’Ufficio Efficienza energetica ed Energie rinnovabili del DoE dagli attuali 2,04 miliardi di dollari ad appena 575,5 milioni di dollari.

 

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“Ciò dimostra che non abbiamo fatto progressi nel convincere l’amministrazione del nostro valore e che, semmai, il nostro valore basato su questi numeri è diminuito”, ha commentato un impiegato del dipartimento al Post, chiedendo di rimanere anonimo. Nel dettaglio la proposta del budget 2018 chiede una riduzione del personale dagli attuali 680 dipendenti a 450 entro il 2019, l’eliminazione delle sovvenzioni statali alle rinnovabili, la riduzione della ricerca sulle tecnologie dei veicoli ecologici, delle bioenergie e del solare.

 

Il Congresso, a cui spetta il compito di decidere l’entità degli stanziamenti, potrebbe respingere molte delle sforbiciate proposte, ma il bilancio del presidente– la cui pubblicazione è prevista per questo stesso mese – segna il punto un punto di partenza per la fase negoziale e offre un’importante dichiarazione di intenti e priorità politiche. In questo contesto, va fatto notare come i tagli, indicati nella bozza, siano ancora più profondi di quelli richiesti dall’amministrazione Trump per l’anno fiscale in corso ma che non si sono potuti attuare a causa dell’impasse sul bilancio creatasi all’interno del Congresso: si tratta di un evento già verificatosi negli USA, nel 2013, ma che non è mai accaduto prima con un partito che controlla entrambi i rami del Parlamento.