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Benefici dell’agrivoltaico, i pannelli solari proteggono le piante dalla siccità

Uno studio dell'Università di Hohenheim stima per la prima volta il potenziale globale degli impianti agrivoltaici nell'attenuare gli effetti negativi della siccità sull'agricoltura

benefici dell'agrivoltaico
Di Emilio Roggero – Opera propria, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=111613458

L’ombreggiatura dei moduli fv può mitigare la siccità

(Rinnovabili.it) – I pannelli solari posso dare una mano all’agricoltura rendendola più resiliente nei confronti dei cambiamenti climatici. È da tempo che si discute dei benefici dell’agrivoltaico per le colture ma la comprensione puntuale degli effetti competitivi o di facilitazione tra energia solare e produzione agricola appare oggi ancora limitata. Soprattutto se ci si trova davanti a condizioni climatiche mutevoli.

A fare chiarezza è un nuovo studio dell’Università di Hohenheim, a Stoccarda, che ha stimato per la prima volta il potenziale globale degli impianti agrivoltaici nell’attenuare gli effetti negativi della siccità sull’agricoltura.

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L’agrivoltaico si sta imponendo come una tecnologia promettente per conciliare i bisogni alimentari ed energetici, concentrando sulla stessa area una doppia attività. L’aspetto più allettante riguarda la possibilità di avere un duplice beneficio, assicurando la generazione di energia pulita (soprattutto per l’autoconsumo da parte delle aziende agricole) da un lato e migliorando la produzione agricola dall’altro. Ma perché ciò avvenga, il progetto deve essere ragionato sulle esigenze del territorio.

Dove ottenere i maggiori benefici dell’agrivoltaico?

Quello che lo studio ha evidenziato è come l’ombreggiatura dei pannelli solari potrebbe ridurre le rese dei raccolti qualora vi fosse acqua in abbondanza; mentre tenderebbe ad aumentarle durante i periodi di siccità. I benefici dell’agrivoltaico si fanno ancora più marcanti per le regioni in cui vi è sia una forte crescita della popolazione che pronunciate condizioni siccitose. Queste includono, gli Stati Uniti occidentali, l’Africa orientale e meridionale, la penisola arabica, il Medio Oriente, l’India e l’Australia. Tuttavia, come ha dimostrato l’estate 2022, anche l’Europa si appresta ad affrontare le medesime sfide. 

“Inoltre, nelle periferie di tutti i principali deserti del mondo, il fotovoltaico rappresenta una strategia per combattere la desertificazione”, afferma dott. Andreas Schweiger, autore principale della ricerca pubblica su Plants, People, Planet (testo in inglese). Nelle regioni in cui le acque sotterranee sono scarse, ciò potrebbe ridurre l’esaurimento della risorsa idrica, mentre combatte le emissioni di carbonio. “L’agrifotovoltaico contribuisce non solo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico in regioni già classificate come aride”, continua lo scienziato. “Sarà particolarmente importante per quei territori che dovranno affrontare una crescente scarsità d’acqua in futuro, come in gran parte della regione mediterranea”.

Piante e siccità, quando l’ombra fa bene

Il potenziale e i benefici dell’agrovoltaico variano notevolmente a seconda delle condizioni climatiche e dipendendo fortemente dalle piante che vengono coltivate in tali sistemi. “La maggior parte delle colture studiate fino ad oggi tollera ombreggiature fino al 15% senza significative perdite di resa”.

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Bacche, frutta e ortaggi da frutto sono le piante che maggiormente beneficiano dell’ombreggiatura, ma le rese di piante foraggere, ortaggi da foglia, tuberi e radici e la maggior parte dei cereali riescono a convivere bene con i pannelli solari. Di contro, invece, si registrano forti perdite di resa per mais, fave, soia e lupini, anche con pochissimo ombreggiamento. “Tuttavia, mancano ancora conoscenze dettagliate e fondate sulle relazioni tra le diverse forme di agrifotovoltaico e le reazioni delle varie piante”, afferma la ricercatrice Lisa Pataczek. “Ad esempio, molte piante all’ombra iniziano ad aumentare la crescita del materiale fogliare fuori terra, fotosinteticamente attivo. Questo è interessante per la lattuga”.