(Rinnovabili.it) – La tecnologia per lo sfruttamento dell’energia solare cambia ancora una volta forma. Grazie al lavoro svolto in seno all’Australian National University dall’ingegnere informatico Ross Edgard, i tradizionali moduli fotovoltaici lasciano il posto a un’insolita struttura tridimensionale che – promette il dottorando – ha la potenzialità di aumentare la produzione energetica solare, contendo i costi produttivi e di manutenzione. Il nuovo concept è composto da strati di pannelli sovrapposti su tre dimensioni a ricreare una sorta di scacchiera a doppia profondità. La tecnologia, ribattezzata DLOOP (acronimo di double-layer orthogonal-offset panel), è frutto di tre anni di studi presso i laboratori del Collegio di Ingegneria e Informatica dell’Ateneo australiano.
“Il vantaggio economico della tecnologia DLOOP è per un nove per cento basato sulle caratteristiche termiche, sulla meccanica del suolo e sui guadagni del ciclo di lavoro”, spiega Edgar. “Questo modello può essere realizzato in maniera più economica e più leggera grazie alla minore pressione esercitata dai venti sulla struttura”. Con l’assistenza del National Computational Infrastructure’s supercomputer l’ingegnere ha potuto calcolare e comprendere i limiti delle condizioni eoliche sul modello DLOOP, testando nella galleria del vento vari prototipi in scala. “Ora, nel mio terzo anno di ricerca, spero di passare ai problemi termici”, aggiunge lo scienziato.
Secondo le prime stime elaborate, la scacchiera solare dovrebbe produrre fino all’8% in più rispetto a una tradizionale unità fotovoltaica nelle ore di punta d’estate, grazie al ricircolo dell’aria nella struttura 3D. La speranza di Edgar è quella di produrre un modello DLOOP valido sul piano commerciale, che sia in grado di fornire, come requisito minimo per le abitazioni, 15-30 kWh d’elettricità al giorno.