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Australia: la rivoluzione silenziosa delle rinnovabili nel Paese fossile

Le politiche governative sono fermamente ancorate a carbone e gas, eppure la nazione sta installando quote di fer procapite ad una velocità che non ha paragoni nel mondo

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Credit: Kwest via Shutterstock

 

 

Il prezzo dell’energia verde in Australia sta scendendo sotto i 50 dollari al MWh

(Rinnovabili.it) – Di che colore sarà il futuro energetico dell’Australia? Se lo doveste chiedere al Governo di Canberra, la risposta sarebbe “grigio”: un mix di rinnovabili e fossili, in cui lasciare ampio spazio al carbone. Se la stessa domanda doveste porla all’Università nazionale australiana (ANU), la tinta virerebbe decisamente il verde e non per una semplice questione di speranze personali. Un gruppo di scienziati dell’ateneo ha analizzato gli ultimi trend nazionali di crescita rinnovabile, scoprendo che attualmente la quota di nuova capacità procapite è la più alta al mondo. In altre parole l’Australia sta installando ogni anno un quantitativo di energia pulita per persona più elevato di quello di Unione Europea, Giappone, Cina e Stati Uniti.

 

“Nel 2018 l’installazione di fonti rinnovabili in Australia è aumentata sensibilmente rispetto a queste altre importanti economie e prevediamo che questa tendenza continui quest’anno e oltre”, ha affermato il professor Andrew Blakers, a capo dello studio. Quella che a prima vista può sembrare una ricerca di parte è invece la fotografia di un settore che ha saputo cogliere prima di alti diverse opportunità legate alla generazione distribuita. In pochi anni, infatti, il Paese è diventato il numero uno al mondo per impianti fotovoltaici domestici (leggi anche In Australia quasi due milioni di tetti solari). E prima di altri ha iniziato a investire nell’accumulo, attraverso sistemi a batteria, diffusi o di taglia utility, o tramite idrogeno Il più grande mercato dell’accumulo residenziale? Sarà l’Australia).

 

Il settore dell’elettricità è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Accordo di Parigi con cinque anni di anticipo, nel 2025, senza la necessità di alcuna contabilità creativa”, aggiunge Blakers sostenendo che la nazione possa contare su un 50% di elettricità rinnovabili già al 2024, per raggiungere quota 100% nel 2032. A spingere il Paese sul percorso della decarbonizzazione non è però la buona volontà quanto piuttosto la questione economica, come dimostrano i milioni di case dotate di tetto solare. In una perfetta situazione win-to-win, i sistemi fv domestici stanno permettendo ai proprietari di alleggerire le proprie bollette e aiutando la rete a far fronte ai picchi di domanda nelle calde giornate estive.

 

Senza dimenticare che, nel corso dell’ultimo decennio, l’elettricità prodotta da impianti eolici e fotovoltaici su larga scala è diventata gradualmente più economica della nuova generazione da combustibili fossili.

Il prezzo dell’elettricità proveniente da grandi impianti solari fotovoltaici ed eolici in Australia è attualmente di circa $ 50 per MWh e in costante diminuzione”, ha affermato co-ricercatore Matthew Stocks. “Questa cifra è al di sotto del costo dell’energia delle attuali centrali a gas e degli impianti termoelettrici di nuova costruzione”.

Un recente studio del Victorian Energy Policy Center ha mostrato come durante il 2018, l’energia rinnovabile abbia spinto verso il basso i prezzi spot all’ingrosso raggiungendo i 38 dollari per MWh nell’Australia Meridionale. Un trend, assicurano gli scienziati, che è destinato a continuare.