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Una “marmellata” di alghe per aumentare l’efficienza del fotovoltaico

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Di Prof. Gordon T. Taylor, Stony Brook University – corp2365, NOAA Corps Collection, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=246319

Dalla Swedish Algae Factory un nuovo materiale avanzato per migliorare l’efficienza del fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – Si chiama Algica ed è lo speciale materiale di silice amorfa creato da due ricercatrici svedesi: la professoressa di ecologia marina Angela Wulff e l’ingegnere biotecnico Sofie Allert. Cosa lo rende speciale? È potenzialmente multiuso. Può, ad esempio, essere usato nella cosmesi naturale, dare una mano all’efficienza del fotovoltaico o aumentare la capacità delle batterie agli ioni di litio. Ma la caratteristica che lo contraddistingue è la materia prima. È realizzato a partire dalle pareti cellulari delle diatomee, microscopiche alghe che popolano l’ambiente marino e d’acqua dolce. 

Wulff e Allert  hanno iniziato a coltivare le microalghe diversi anni fa, in una piccola serra sperimentale da 6 m2 nell’Università di Göteborg. Oggi sono fondatrici di un’azienda, la Swedish Algae Factory, che sta mettendo a frutto il potenziale delle diatomee in applicazioni industriali. E sono passate dai contenuti spazi del laboratorio universitario ad una maxi serra “verticale” con oltre 10.000 m2 di superficie coltivata.

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Mi sono innamorata delle alghe durante la mia tesi di laurea in biotecnologie“, spiega Allert, co-fondatrice e CEO di Swedish Algae Factory. “Per me rappresentavano una risorsa sottoutilizzata estremamente sostenibile dal momento che le alghe crescono rapidamente e possono essere coltivate in acqua salata e acque reflue”. 

Nel 2018 l’azienda ha lanciato il progetto SUNALGAE for LIFE, finanziato dal programma Life della Commissione Europea con 1,6 milioni di euro. L’iniziativa, che si concluderà ufficialmente il prossimo anno, sta studiando le potenzialità dell’algica nel miglioramento dell’efficienza fotovoltaica.

La Swedish Algae Factory realizza il suo materiale avanzato estraendo le pareti cellulari delle diatomee, strutture costituite da biossido di silicio e dotate di pori nanoscopici. Ottiene così una silice amorfa con una struttura mesoporosa altamente ordinata e dotata di proprietà di manipolazione della luce uniche. Nel dettaglio l’algica, aggiunta direttamente all’incapsulante o al rivestimento antiriflesso, può aumentare l’efficienza delle celle solari in silicio di almeno il 4% e quella delle celle di Gratzel del 36%. Il progetto sta dimostrando il concetto attraverso un impianto di produzione pilota.

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E dal momento che le pareti cellulari delle diatomee bloccano la luce UV  dovrebbero anche ridurre il degrado dei pannelli solari causato nel tempo dalle radiazioni ultraviolette. Non solo. Il processo di produzione è circolare in quanto utilizza nutrienti riciclati da un allevamento ittico a terra. L’azienda stima anche una riduzione dei costi del 3,9% rispetto agli attuali moduli solari all’avanguardia. 

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