(Rinnovabili.it) – “La produzione di elettricità da fonte rinnovabile non può che diventare un pilastro del sistema elettrico nazionale e una realtà sempre più consolidata nel nostro panorama energetico”. Questa la convinzione dell’Aper, ascoltata oggi dalla X Commissione Industria del Senato in merito all’indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale. L’associazione punta il dito contro le criticità ancora aperte dell’attuale sistema energetico italiano, a partire dal nuovo Feed in tariff legato al meccanismo delle aste per gli impianti che entreranno in esercizio a partire dal 1° gennaio 2013; si tratta per l’Aper di uno strumento d’incentivazione rivelatosi già scarsamente efficace nei paesi dove è stato adottato (e poi abbandonato). Il Centro Studi Aper ha recentemente condotto un’analisi sul tema che individua nel meccanismo delle aste “una doppia minaccia”. “Da un lato il rallentamento, se non il freno, alle nuove iniziative rinnovabili; dall’altro la concentrazione del settore a causa delle difficoltà di accesso al credito delle iniziative soggette ad asta. Inoltre, il periodo di attesa dei decreti attuativi, che ha già compiuto otto mesi, ha nel frattempo prodotto il completo stallo dello sviluppo di nuove iniziative poiché è ad oggi impossibile effettuare una qualsivoglia valutazione di investimento in assenza di elementi che possano indicare i ricavi attesi dell’iniziativa”.
Altra questione al centro dell’audizione parlamentare, i costi e le opportunità legate al settore delle ecoenergie. L’associazione ha tenuto a ribadire la valutazione dei soli costi diretti dei sistemi di incentivazione delle rinnovabili “non sia un approccio da ritenere corretto dal punto di vista metodologico. […] nell’effettuare un calcolo dell’impatto delle FER sui costi finali dell’energia bisogna innanzitutto marcare il confine tra quanto è effettivamente attribuibile alle rinnovabili e quanto invece non lo è (CIP6 assimilate, rendita inframarginale per le esenzioni del sistema CV, interrompibilità, interconnector ecc.)”. Inoltre, continua Aper, nell’effettuare una valutazione costi/benefici sulle FER, si dovrebbe considerare un aspetto ritenuto fino ad oggi marginale, quale quello degli effetti positivi che le eco-energie comportano in termini di mancato acquisto di permessi all’emissione di CO2.
“Sarebbe, inoltre, auspicabile, – conclude l’Associazione – omogeneizzare gli orizzonti temporali presi in considerazione all’interno dei Piani Energetici Regionali, allineandoli al 2020, per far sì che la pianificazione energetica nazionale (PAN – Burden sharing) e regionale (PER – PEAR) corrisponda”.