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Antigelo, dal radiatore alle celle solari low-cost

Il glicole etilenico potrebbe essere la nuova chiave per portare sul mercato il fotovoltaico in CZTS, semiconduttore composto da rame, zinco e solfuro di stagno

Antigelo, dal radiatore alle celle solari low-cost(Rinnovabili.it) – Dal radiatore delle automobili alle celle solari low-cost. Questa potrebbe essere la nuova destinazione dell’antigelo grazie al lavoro condotto da un team della Oregon State University. Gli ingegneri dell’ateneo americano hanno messo a punto un processo che combina alcuni materiali relativamente a buon mercato e uno degli additivi liquidi più comunemente impiegato nei veicoli, al fine di ottenere un prodotto fotovoltaico meno costoso e più eco-friendly. La squadra ha scoperto che il glicole etilenico, comunemente utilizzato nei prodotti antigelo, può costituire un solvente economico da impiegare con successo nei “reattori a flusso continuo”, uno degli ultimi approcci tecnologici alla produzione di thin film. Questa tipologia di reattori è impiegata per realizzare microemulsioni e inchiostri di nano-particelle, offrendo un controllo preciso della temperatura, del tempo di reazione, e del materiale.

 

“L’uso a livello globale dell’energia solare può rimanere contratto se i materiali che usiamo per la produzione di celle risultano troppo costosi o richiedono l’uso di sostanze chimiche tossiche”, ha spiegato Greg Herman, professore associato del Dipartimento di Ingegneria Biologiche ed Ambientali dell’Università. “Abbiamo bisogno di tecnologie che utilizzino materiali poco costosi, abbondanti, e preferibilmente che possano essere estratti localmente, tutte cose che questo processo offre”.

 

La tecnologia, attualmente ancora in fase di sviluppo, usa glicole etilenico in reattori meso-fluidici per fabbricare celle in film sottile di CZTS, un semiconduttore di nanocristalli il cui nome deriva dalle iniziali degli elementi che lo compongono: rame, zinco e solfuro di stagno.

Questo approccio è anche molto più veloce rispetto alla normale produzione di nano particelle e che in alcuni casi può richiedere anche un giorno intero. Inoltre, una volta perfezionato questo metodo potrebbe anche permettere di cuocere le celle solari in un forno a microonde simile a quelli presenti nella maggior parte delle cucine di oggi.