Il gruppo Baofeng e la divisione Solar di Huawei stanno portando avanti un gigantesco progetto fotovoltaico a "copertura" di una piantagione di bacche di Goji
Verso un 1 GW di agro fotovoltaico nella provincia di Ningxia
(Rinnovabili.it) – L’impianto di agro fotovoltaico più grande al mondo? Quello che sorgerà in Cina, nel Binhe New District, sulla sponda orientale del fiume Giallo. Qui il gruppo Baofeng sta lavorando dal 2014 per ridar vita ad un ampio appezzamento di terreno arido e desolato nella provincia di Ningxia. Oggi su 107 chilometri quadrati di deserto, si estende un manto rosso e blu, simbolo della perfetta integrazione tra tecnologia moderna e agricoltura tradizionale. Il rosso è quello delle bacche di Goji, ingrediente della cucina e medicina asiatica, che dal 2016 rimpiazza l’erba medica originariamente piantata per migliorare il suolo; il blu appartiene, invece, ai nuovi pannelli di agro fotovoltaico che sovrastano la piantagione.
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Il progetto, frutto dell’intesa tra il gruppo Baofeng e la divisione Solar di Huawei, ha già installato 640 MW di fotovoltaico a 2,9 metri dal suolo, con l’obiettivo di portare la capacità finale a ben 1 GW. Tutti i moduli integrano la tecnologia di tracciamento automatico monoasse che consente loro di muoversi rispetto alla posizione del sole, aumentando la produzione di energia di oltre il 20% rispetto alle centrali fotovoltaiche tradizionali.
L’impianto agro fotovoltaico fa dell’innovazione la sua caratteristica distintiva: oltre ai 13.000 inverter di stringa intelligenti firmati Huawei, è stato dotato di un sistema wireless a banda larga, di droni per l’ispezione aerea e di un programma per realizzare diagnosi in remoto, individuare rapidamente e accuratamente eventuali guasti e persino anticiparli.
Ovviamente l’aspetto più interessante è rappresentato dai vantaggi ottenibili dall’incursione dell’energia solare in agricoltura. Secondo quanto riferito da Huawei al quotidiano pv-magazine.com, la centrale fotovoltaica è in grado di ridurre efficacemente l’evaporazione dell’umidità del terreno, in una misura compresa tra il 30 e il 40 per pento; le prime stime sostengono che la copertura vegetale sia presumibilmente aumentata dell’85 per cento, migliorando in modo significativo il clima regionale.
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