La Sardegna è pronta a fare muro contro i pareri positivi espressi della Commissione tecnica su due progetti agrivoltaici che ricadrebbero nelle aree definite non idonee dalla legge regionale
Uno scontro prevedibile quello venutosi a creare tra la Regione Sardegna e la Commissione Tecnica PNRR-PNIEC. Il pomo della discordia? I pareri positivi espressi dalla Commissione il 30 dicembre 2024 per due impianti agrivoltaici in fase di istruttoria tecnica. Parliamo dei progetti “Monte Nurra” da 42,096 MWp e “Villasor” della potenza di 41,84 MW, che stando alla Legge Regionale Aree Idonee (LR n.20 del 20 del 2024) ricadrebbero su zone escluse a priori propio dalla nuova normativa.
Motivo per cui la giunta ha promesso azioni di contrasto “in tutte le sedi amministrative e giurisdizionali competenti”.
La Sardegna è stata la prima Regione ad approvare un Legge Aree Idonee per gli impianti rinnovabili così come richiesto dall’omonimo decreto ministeriale. Una rapidità d’azione che non ha sorpreso visti i conflitti pregressi in materia. Più sconcertanti sono stati forse i molteplici paletti che il provvedimento ha piantato nei confronti delle grandi installazioni. Agrivoltaico compreso.
E sono chiari i riferimenti alla nuova normativa nei due pareri depositati dall’Assessorato della difesa dell’ambiente per i progetti in questione. In estrema sintesi: entrambi gli interventi ricadrebbero nelle aree classificate come “non idonee per impianti agrivoltaici di grande taglia” (> 10 MW) e individuate nell’allegato B alla L.R. 20/2024.
Per questo e altri motivi la Direzione generale dell’Assessorato ha sottolineato “forti criticità, tali da determinare impatti ambientali negativi e significativi, non mitigabili, né compensabili”.
Un pronunciamento sull’incompatibilità dei progetti che tuttavia cozza con il parere positivo espresso dalla Commissione Tecnica nazionale PNRR-PNIEC. Per la Giunta sarda tali istanze devono essere considerate improcedibili. “Non possiamo accettare che decisioni assunte da una commissione tecnica posta alle dipendenze funzionali del Ministero dell’Ambiente, ignorino deliberatamente il quadro normativo regionale e le prerogative delle autonomie locali”, ha dichiarato l’Assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconi.
Per l’amministrazione regionale la legge locale non offrirebbe neppure “il pretesto di essere una legge di moratoria, come quelle strumentalmente affossate sino a poche settimane fa dal Governo nazionale, per giustificare una deregolamentazione indiscriminata delle rinnovabili”. Con la promessa di intraprendere azioni per contrastare e contestare tali decisioni, la Sardegna ha anche ribadito che, “sull’intero territorio regionale, non verrà mai autorizzato alcun impianto che sia in contraddizione con le previsioni della Legge Regionale 20 del 2024 o con il quadro normativo regionale. La volontà è quella di difendere le prerogative istituzionali e legislative, nonché i diritti dei cittadini sardi, intraprendendo ogni azione necessaria in tutte le sedi giurisdizionali competenti”.