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Agrivoltaico “rigenerativo” per aumentare i profitti delle aziende

Agrivoltaico "rigenerativo" per aumentare i profitti delle aziende
Studio sull’agrivoltaico rigenerativo. Immagine via Depositphotos

Fino a 235mila euro di profitti aggiuntivi l’anno. Questa la stima legata all’implementazione dell’agrivoltaico “rigenerativo” in grandi aziende agricole. Ossia dall’installazione di impianti agrivoltaici in imprese che sono passate all’agricoltura rigenerativa. La cifra arriva dall’analisi svolta da Boston Consulting Group e BayWa r.e. e pubblicata nel rapporto “How Agri-PV Can Boost the Transition to Regenerative Agriculture in Europe”.

I costi dell’agricoltura rigenerativa

Il lavoro parte da un premessa: oggi l’agricoltura rigenerativa offre un approccio vincente con benefici economici a lungo termine per gli agricoltori, una produzione alimentare più resiliente e sostenibile e un impatto ambientale positivo.

Tuttavia, nonostante questi vantaggi, nei primi anni si può creare un divario di redditività reale o percepito. Perché? Perché passare dal modello più comune a quello rigenerativo richiede investimenti in attrezzature (es.macchinari per la semina diretta) così come nuove conoscenze. Andando incontro nelle prime fasi anche ad un possibile diminuzione della resa produttiva. Lo stesso Boston Consulting Group ha stimato che i costi di transizione verso pratiche di agricoltura rigenerativa potrebbero determinare nel breve termine addirittura un dimezzamento iniziale dei profitti.

Beninteso: si tratta di una situazione temporanea. Nel medio termine, questi stessi costi sono destinati ad essere compensati da profitti per ettaro superiori del 40% rispetto alle pratiche convenzionali. 

Il ruolo dell’agrivoltaico

Tuttavia il gap tra breve e medio termine rimane. Gap che potrebbe essere colmato grazie agli impianti agrivoltaici, intesi sia come sistemi elevati che interfilari (moduli verticali fissi).

“L’Agri-FV – scrivono gli autori – può offrire agli agricoltori che passano all’agricoltura rigenerativa una soluzione olistica e altamente sinergica”. 

Ma cosa significa questo in termini economici? Per avere dei dati precisi gli autori hanno realizzato uno studio in Germania basato su modelli di tre archetipi di aziende agricole: piccola, media e grande. Valutando l’impatto dell’agrivoltaico rigenerativo sulle finanze delle imprese.

Per l’azienda piccola gli autori hanno stimato una media di 50 ettari, con una suddivisione equa tra terreni coltivati e pascoli. Nel modello, l’impianto fotovoltaico è installato sul 5% del terreno destinato al pascolo. L’impianto dovrebbe produrre circa 1,2 milioni di kWh l’anno e richiedere una spesa in conto capitale di circa 1,1 milioni di euro, da sostenere  – secondo il modello – al 90% con un prestito bancario.

Per il modello dell’azienda agricola di medie dimensioni sono stati stimati in media 300 ettari di terreno, con 200 ettari coltivati e 100 ettari di pascolo. Destinando in questo caso 30 ettari al progetto Agri-FV “Per le aziende agricole di medie dimensioni, abbiamo ipotizzato che i sistemi agrivoltaici siano implementati tramite un modello di affitto e servizio del terreno, in genere su terreni erbosi”.

Le aziende agricole di grandi dimensioni dovrebbero occupare invece 1.000 ettari di soli terreni coltivabili; con il 10% dell’area dedicata all’installazione agrivoltaica. “Questo archetipo gestisce anche un modello di locazione e servizio dei terreni, con pagamenti di locazione simili a quelli delle aziende agricole di medie dimensioni”.

Agrivoltaico rigenerativo, quali risultati?

“Abbiamo scoperto che i profitti aggiuntivi previsti a lungo termine sono significativi”, spiegano gli autori. Nel dettaglio il documento riporta:

“Sebbene i guadagni nel primo anno siano leggermente inferiori, le aziende agricole ricevono fin dall’inizio un ulteriore incremento del reddito, che le aiuta a colmare il divario di redditività durante la transizione dall’agricoltura convenzionale a quella rigenerativa”.

Leggi QUI il report in versione integrale.

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