Anche la tecnologia termoelettrica più efficiente inizia a perdere colpi di fronte all’accumulo fotovoltaico
(Rinnovabili.it) – L’accumulo fotovoltaico su larga scala si prende la rivincita su una delle tecnologie di produzione elettrica più efficienti al mondo: gli impianti CCGT, acronimo di Combine Cycle Gas Turbine. Succede in Marocco e Giordania dove l’energia solare sta iniziando a dare filo da torcere alle centrali a gas. La notizia arriva dalla nuova ricerca di Wood Mackenzie Power & Renewables, espressamente dedicata alle potenzialità del fotovoltaico con batterie nella regione del MEA (Africa-Medio Oriente). Il documento si focalizza su Giordania, Marocco, Egitto, Sudafrica ed Emirati Arabi Uniti, territori dove il costo dell’elettricità prodotta da impianti solari con accumulo oggi oscilla circa 60 e 100 dollari per MWh.
Negli ultimi anni i prezzi dell’energia fotovoltaica sono calati drasticamente ma l’aggiunta di un accumulatore all’impianto riporta inevitabilmente su la cifra di quasi il 126%. Nonostante ciò, si parla già di convenienza. Ed è in particolare in Giordania e Marocco che questa soluzione tecnologica si sta dimostrano all’altezza della competizione fossile, dal momento qui il carburante ha prezzi elevati. “Per i paesi poveri in termini di gas, come Marocco e Giordania, l’accumulo fotovoltaico è guidato dalla necessità di ridurre la dipendenza da costose importazioni”, afferma il rapporto.
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Per tutte le altre nazioni, invece, è questione di tempo. Per il Sud Africa, il mercato più costoso tra quelli esaminati, Wood Mackenzie stima che gli LCOE solari passeranno da 41,70 $/MWh a $ 32,90 $/MWh nel 2023. E negli Emirati Arabi Uniti, il mercato più economico quando si tratta di prezzi dell’energia solare, è previsto un calo da 25,70 a 20 $/MWh entro la stessa data.
Queste riduzioni dei costi significano che entro il 2023 gli LCOE dell’accumulo fotovoltaico saranno scesi tra i 40 e i 60 dollari per MWh, battendo i CCGT in tutti i paesi esaminati ad eccezione dell’Egitto. L’accumulo solare egiziano sarà l’unico a non essere in grado di competere con le centrali a ciclo combinato a causa del basso costo del gas nel Paese, che dovrebbe mantenere un ruolo da esportatore netto tra oggi e il 2023.
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