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Chi sono i primi 10 produttori di moduli fotovoltaici al mondo?

L'industria asiatica domina incontrastata la classifica globale dei produttori di pannelli solari. Ben nove posizioni, podio compreso, alle aziende cinesi

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Credits: wklzzz © 123rf.com

Industria fotovoltaica, la classifica mondiale

Come sta andando la nuova politica europea a supporto delle industrie net zero? Guardando la classifica dei primi 10 produttori di moduli fotovoltaici al mondo, si direbbe molto a rilento. Nella fabbricazione dei pannelli solari l’Asia rimane, infatti, l’attore dominante, occupando tutte le principali posizioni. A ricordarlo è Wood Mackenzie attraverso il rapporto “Global solar module manufacturer ranking H1 2024”, che passa al setaccio oltre 38 fabbricanti di moduli solari di 11 paesi.

E, sebbene il documento consideri solo il primo semestre dello scorso anno, il quadro è abbastanza esaustivo anche del presente. Il vantaggio accumulato in questi anni, soprattutto dall’industria manifatturiera cinese, lascia ben poco spazio alla competizione occidentale. Almeno per ora e per la tecnologia del fotovoltaico in silicio cristallino.

I primi 10 produttori di moduli fotovoltaici al mondo

Non sorprende dunque sapere che le aziende della Repubblica popolare occupino non solo il podio ma anche altre sei posizioni della top10. 

La prima in classifica? JinkoSolar, colosso di Shangai che oggi possiede 10 basi produttive in Cina, Stati Uniti, Sud-Est asiatico e Medio Oriente grazie a cui serve complessivamente circa 4.000 clienti in quasi 200 paesi e regioni in tutto il mondo. Con un totale di oltre 300 GW di moduli venduti complessivamente, l’azienda da ben 5 anni è il primo produttore al mondo di pannelli solari, anche grazie ad una capacità manifatturiera “integrata verticalmente”(dai wafer ai moduli).

 Seguono le compatriote LONGi Green Energy e JA Solar, rispettivamente al secondo e terzo posto. 

I primi 10 produttori di moduli fotovoltaici al mondo
Credits: Wood Mackenzie

È facile notare come la Cina abbia in mano il settore ma, sottolineano gli analisti, non si tratta di un dominio totalmente incontrastato. Le ultime analisi mostrano un aumento dei produttori non cinesi entrati nella top 10, con competitor provenienti da India, Singapore e Giappone in grado di tener testa ai big.

Come fa notare Wood Mackenzie, questi primi dieci produttori di moduli fotovoltaici hanno, nel complesso, una capacità sufficiente per soddisfare la domanda annuale globale di nuovi pannelli. E si tratta anche delle aziende che hanno retto meglio agli scossoni di mercato dell’ultimo periodo. Nonostante sfide significative, tra cui cali record nei prezzo dei moduli solari, queste 10 realtà hanno raggiunto un tasso di utilizzo medio del 66%, dimostrando una notevole resilienza nella prima metà del 2024. 

“La redditività ha distinto i principali attori del settore”, ha sottolineato Yana Hryshko, analista di Wood Mackenzie e autrice del report. “Mentre molte aziende hanno subito perdite finanziarie, 8 dei 13 principali produttori hanno registrato profitti positivi nella prima metà del 2024. Questo risultato evidenzia la loro capacità di gestire significative riduzioni di prezzo attraverso un efficace controllo dei costi e l’ottimizzazione dell’efficienza”.

Il problema della sovracapacità industriale

Secondo il rapporto, la transizione verso le nuove tecnologie sta avvenendo più rapidamente di quanto il mercato avesse previsto. A trainare l’innovazione è oggi il segmento TOPCon ma HJT (eterogiunzione) e BC (a contatti posteriori) stanno progressivamente aumentando la propria quota di produzione. Da gennaio a giugno 2024 si è anche registrata una crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo (più 4% rispetto al 2023). 

Tuttavia, gli analisti hanno anche notato che l’attuale aumento della domanda solare non affronta la sovrapproduzione causata dalla rapida espansione della capacità industriale.

“I primi dieci produttori sono sempre più preoccupati per i bassi tassi di utilizzo e i margini in calo, il che li rende più cauti sui loro piani di espansione”, ha affermato Hryshko. “L’industria solare ha assistito a un drastico calo dei prezzi dei moduli di recente, scendendo da 0,24 $/watt a 0,08 $/watt, il che rappresenta una riduzione di oltre il 70%. Questa significativa diminuzione […] ha esercitato una notevole pressione sui ricavi e sulla redditività in tutto il settore, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità di alcuni produttori”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.