(Rinnovabili.it) – Fine degli incentivi per le fer elettriche? L’allarme che sta rimbalzando sulla rete e nel settore italiano delle green energy, sulla fine ormai prossima del Conto Energia delle rinnovabili elettriche, nasce da un misunderstanding. Ieri, dalla presentazione del nuovo report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico una notizia aveva attirato l’attenzione più delle altre: la previsione sull’esaurimento delle risorse messe a disposizione dal decreto 6 luglio 2012 già nei primi mesi del 2015. Si tratta però “solo di una di una previsione” spiega l’Ing. Francesco Sperandini, direttore operativo del GSE, in un’intervista esclusiva per Rinnovabili.it. “Non c’ è stata nessuna comunicazione da parte mia”, afferma Sperandini criticando i “falsi allarmismi” che hanno seguito la presentazione del report. Si tratta invece, ci rassicura l’ingegnere, “di simulazioni abbastanza argomentate, effettuate dal Politecnico sulla base dell’interesse comune di fare delle valutazioni”.
E se tutte gli elementi del report si dovessero verificare, “a gennaio potremmo essere molto vicini al tetto dei 5,8 miliardi.” E tra questi fattori un ruolo lo gioca anche il PUN, il prezzo dell’elettricità all’ingrosso; il 2014 si è, infatti, aperto con una domanda di energia elettrica in calo, con gli scambi nel Mercato del Giorno Prima mai così in basso a gennaio. Se si dovessero presentare le stesse performance, lo scenario sarebbe decisamente più plausibile dal momento che il PUN, come parte degli incentivi a tariffe fisse omnicomprensive, più è basso, maggiore diviene la quota da integrare prendendola dal monte incentivi.
A ridimensionare la questione è anche il Professor G.B. Zorzoli, Presidente di Coordinamento FREE, al quale abbiamo chiesto quale fosse la sua opinione a seguito della pubblicazione dei dati contenuti nella relazione dell’Energy Strategy Group, resi noti durante il convegno tenutosi a Milano. L’intervista è stata rilasciata alla luce della smentita secondo la quale la fine degli incentivi prevista per inizio 2015 sarebbe solo un’ipotesi, una previsione, non una certezza.
“Non tutti gli incentivi finiranno a inizio 2015” ha specificato Zorzoli chiarendo che “la previsione interessa solamente una fascia di sostegno del valore di 200-300 milioni di euro che incentiva gli impianti più piccoli, che non rientrano nei registri e nei bandi” ha dichiarato sottolineando il riferimento a settori quali il mini eolico e il micro-idroelettrico. Definendoli “due settori vivaci della tecnologia italiana” il Presidente del Coordinamento FREE ha riferito che per salvare tali comparti, ritenuti il futuro delle rinnovabili italiane, andrebbero stanziati fondi del valore di poche centinaia di milioni di euro, cifra che potrebbe essere messa a disposizione del settore anche attraverso un fondo di garanzia fornito, ad esempio, da Cassa Depositi e Prestiti. “In questo modo”, ha sottolineato Zorzoli, con un piccolo sforzo, “ con un fondo di garanzia di CDP a tasso agevolato, si andrebbe a salvare un settore importante senza incidere sulla bolletta dei consumatori ma con effetti positivi sul settore”.