INEA ha ricevuto domande per quasi 937mln di euro, ma ancora troppi progetti sostengono indirettamente le fossili
H2020: nuovi finanziamenti, vecchie fonti energetiche
(Rinnovabili.it) – “Niente di meno che zero (emissioni)”: questo il principio che, secondo l’ONG Transport&Environment, dovrebbe guidare i finanziamenti di Horizon 2020 (H2020). Il programma europeo, che dal prossimo anno si evolverà in “Horizon Europe”, ha come obiettivo stimolare e supportare progetti di ricerca che stimolino l’innovazione tecnologica. Tuttavia innovazione non fa obbligatoriamente rima con sostenibilità e i fondi comunitari non sono sempre stati utilizzati per promuovere il processo di decarbonizzazione europea con la stessa ambizione di cui il Vecchio Continente avrebbe bisogno (leggi anche Horizon 2020, quando innovazione fa rima con combustibili fossili).
L’ultima prova in tal senso arriva dal comparto energetico. In questi giorni l’INEA – l’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti – ha fatto sapere di aver ricevuto le proposte di progetto per l’invito lanciato in ambito energetico all’interno della Focus Area “Costruire un futuro a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima”. Entro la scadenza del bando sono state inviate ben 185 proposte per una richiesta di finanziamenti di quasi 937 milioni di euro sui 114 messi a disposizione da H2020: i progetti saranno ora valutati in un processo a fase unica che inizierà il 16 settembre e i risultati finali saranno resi noti a gennaio 2020.
Nel dettaglio l’invito prevedeva sette temi su cui gareggiare, dalla chimica rinnovabile alle soluzioni di flessibilità per la rete a base di fer. Ma nonostante il focus esplicito riguardi la lotta climatica, la strada per le zero emissioni non esclude i combustibili inquinanti.
Venti milioni del fondo H2020 sono infatti dedicati specificatamente a soluzioni integrate per il funzionamento flessibile delle centrali elettriche a combustibili fossili mediante power-to-X e / o accumulo di energia. Allo stesso modo 33 milioni di euro sono riservati alla produzione industriale a basse emissioni di carbonio mediante CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage).
La speranza è che il futuro Orizzonte Europa rinnovai anche le sue mire, puntando in maniera più sostanziale sulla sostenibilità. Il nuovo programma di finanziamento è stato approvato da Parlamento e Consiglio dell’Unione lo scorso aprile, ma la dotazione finanziaria è ancora in attesa dell’ok finale da parte degli Stati membri (leggi anche UE: il 35% del budget di Horizon Europe alla tecnologia pulita).