(Rinnovabili.it) – Un futuro senza carbone per l’Italia? Sì ma solo a patto di accettare tutta una serie di “infrastrutture alternative” e “necessarie”. Così il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, affronta uno dei temi principe del Festival dell’Energia. L’evento, che terrà banco a Milano da oggi fino a sabato 10 giugno, ha riunito in questa prima giornata i vertici del comparto energetico italiano per parlare di innovazione, sostenibilità e soprattutto concetto principe di questa decima edizione: la Responsible Energy.
Una discussione che non può avvenire senza aver definito lo scenario in cui l’Italia si muoverà nel futuro prossimo. Il riferimento è ovviamente alla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), ormai in dirittura d’arrivo. Come confermato da Calenda nel suo collegamento video, il documento sarà messo in consultazione pubblica da lunedì prossimo, dal momento che è già stato presentato in Parlamento ed è passato al vaglio delle associazioni. “Il primo obiettivo della SEN – afferma il ministro – è che diventi un esercizio costante e strutturato” e non “lasciato alla contingenza […] deve costituire pilastro attorno a cui realizzare le politiche industriali e ambientali”.
Per questo motivo il governo intende realizzare “una struttura di governance della SEN che ne preveda ogni tre anni un aggiornamento in base a un processo definito” in considerazione anche e soprattutto dei miglioramenti tecnologici a cui si andrà incontro.
Ricordando i tre pilastri della Strategia, ossia competitività, ambiente e sicurezza, Calenda non ha potuto fare a meno di dettare una sorta di aut aut sul piano energetico. “In questa strategia vorremmo definire l’uscita anticipata dell’Italia dal carbone. Il Paese può assumersi questo onere ma farlo comporta altre scelte, vale a dire, ad esempio realizzare infrastrutture alternative al carbone che ci mettano in sicurezza”. Cosa significa? Che per il ministro non si può chiedere a gran voce un percorso di decarbonizzazione ed essere poi contrari a gasdotti o elettrodotti “Così diventa una scelta irresponsabile”. Per questo, aggiunge,“ci sarà un allegato sulle infrastrutture necessarie” al documento sulla Strategia nazionale.