Rinnovabili

Exxon ridicolizza gli investimenti nelle rinnovabili

Exxon ridicolizza gli investimenti nelle rinnovabili.(Rinnovabili.it) – I colossi del fossile hanno paura. Di questi tempi la si può considerare una notizia, dato lo strapotere esercitato fino a ieri sulle politiche energetiche dei governi di tutto il mondo, sempre pronti a fare marcia indietro sulle rinnovabili. Il timore di perdere appeal presso la società e gli investitori traspare dall’ultima catilinaria di Ken Cohen, vice presidente degli affari pubblici e governativi di Exxon. Sul blog dell’azienda, Cohen ha postato un’invettiva contro il divestment movement, una iniziativa lanciata da 160 leader ambientalisti internazionali che hanno chiesto, con una dichiarazione pubblica congiunta a fondazioni e donatori di investire nelle energie rinnovabili invece che nei combustibili fossili. Il movimento si è rivolto a fondi pensione, università, chiese e altri grandi investitori istituzionali, suscitando l’irritazione di Exxon. La multinazionale si è sentita punta nel vivo, e ha pensato bene di rispondere per le rime criticando duramente un approccio che «metterebbe immediatamente a repentaglio gli standard di vita di miliardi di persone. E li precluderebbe ad un numero altrettanto grande nelle regioni in via di sviluppo, che stanno cercando di raggiungere un più altro livello di benessere».

 

Infatti, sostiene Ken Cohen, non ci sono alternative oggi come oggi alle fonti tradizionali. Non riescono a capire, questi movimenti per il ritorno alla candela, che Exxon e tanti altri sentono in cuore il dovere di fare il massimo per tendere una mano verso quel miliardo e tre di persone che, come ha riportato la IEA, non hanno ancora oggi accesso all’energia.

«Eolico, solare, biomassa e idroelettrico contano per un misero 13% delle scorte di energia primaria mondiale – spiega il vice presidente – Le fonti rinnovabili hanno certo il loro contributo da dare, ma sembra che sarà piuttosto piccolo».

 

Eppure a contraddire le tesi di Cohen sembrerebbe essere proprio la IEA che in recente report sostiene che saranno proprio le fonti energetiche pulite a portare avanti l’elettrificazione nelle zone rurali. Soltanto in Africa, prevede l’Agenzia, i sistemi off-grid a base di rinnovabili potrebbero fornire, entro il 2040, energia al 70 per cento della popolazione che oggi vive senza accesso all’elettricità. Ma certo non si può non lasciarsi persuadere dalla solida retorica del vice presidente, quando si fa portavoce di tutte le genti che nel terzo mondo vivono in condizioni da pleistocene: «I numeri della povertà energetica sono sconcertanti e spezzano il cuore. Esiste un imperativo morale, sia per i politici che per le compagnie energetiche, ed è cercare strategie economiche per espandere l’uso delle moderne fonti di energia alle miliardi di persone che ne sono prive».

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