Ogni europeo paga 2 euro netti al giorno per le importazioni di combustibili fossili dall'estero. Becker: “Smettiamola di creare ricchezza a quanti sono già ricchi”
(Rinnovabili.it) – Ad un giorno dall’atteso Consiglio Europeo sul pacchetto clima energia 2030, i gruppi di interesse sembrano essersi scatenati. Tra le numerose missive, recapitate all’indirizzo dei capi di Stato e di Governo per presentare proposte e modifiche alla bozza di direttiva UE, appare anche quella del CEO dell’European Wind Energy Association (EWEA), Thomas Becker. In una lettera aperta ai ministri europei degli esteri, Becker insieme alle associazioni europee delle rinnovabili e ai produttori energetici verdi, chiede che l’Unione osi di più in tema di energie rinnovabili, alzando il target del pacchetto dall’attuale 27% ad “almeno un 30%”; un obiettivo del genere, sostiene l’ad dell’EWEA, sarebbe realmente in grado di ridurre la dipendenza comunitaria dalle importazioni di gas del 26%.
Ridimensionare l’import di combustibili fossili, compreso quello dalla Russia, si profila come oggi quasi come una necessità se si considera la traballante situazione geopolitica. Sono ormai in molti ad essere convinti che l’UE si troverà ad affrontare problemi nelle forniture di gas e prezzi più elevati il prossimo inverno, qualora le tensioni con Mosca dovessero comportare l’interruzione dei flussi di gas attraverso l’Ucraina. “La situazione in Crimea è un campanello d’allarme: gli europei si affidano sulle parti più instabili e volatili del mondo per la sicurezza energetica. Per ogni nuovo impianto a combustibile fossile costruito, ci impegniamo ad acquistare carburante dall’estero per gli anni a venire senza alcuna sicurezza”, ha commentato Becker. “Ogni europeo paga 2 euro netti al giorno per queste fonti estere – ha aggiunto – Smettiamola di creare ricchezza a quanti sono già ricchi in Russia, Qatar e Arabia Saudita, invece di investire nel vento e le fonti rinnovabili”.