Nel 2013 Svezia, Estonia e Bulgaria hanno oltrepassato gli obiettivi di energie rinnovabili nel consumo finale lordo. Ecco la classifica dei 28
(Rinnovabili.it) – Nel 2013, la quota di energie rinnovabili sul consumo finale lordo ha raggiunto 15,0% nell’Unione europea (UE), rispetto al 8,3% nel 2004, primo anno per cui sono disponibili i dati. Lo comunica l’Eurostat, che ha diffuso i dati ieri su suo sito. E non manca di sottolineare che già tre Stati membri del’Unione hanno raggiunto i target fissati dalla direttiva per il 2020. Il tetto da superare entro questa data era il 20% di consumo di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico dei singoli Stati.
L’Eurostat sembra quasi anticipare le critiche sulla scarsa difficoltà, da parte di molti governi, di raggiungere questi obiettivi in tempo. Infatti scrive che «il target tiene conto di nazioni che si trovano a diversi livelli» di sviluppo delle clean energy.
Medaglia alla Svezia, Lussemburgo dietro la lavagna
Dal 2004 , la quota di fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia è cresciuta in modo significativo in tutti gli Stati, spiega l’istituto di statistica europeo. Sono almeno in 13 quelli che hanno almeno raddoppiato la loro quota di energie rinnovabili nel corso degli ultimi 10 anni .
Con il 52,1 % nel 2013, la Svezia ha vinto di gran lunga la sfida con tutti gli altri membri europei. Detiene senz’ombra di dubbio la quota più elevata di energia da fonti rinnovabili nel suo consumo finale lordo di energia . A seguire, parecchio staccata, c’è la Lettonia con il 37,1%, tallonata dalla Finlandia (36,8%) e Austria (32,6 %). I peggiori della classe sono invece il Lussemburgo (3.6%), Malta (3.8%) e i Paesi Bassi (4.5%). Una menzione speciale, in negativo, va al Regno Unito, quart’ultimo nella classifica con il 5.1%.
Bulgaria, Estonia e Svezia hanno raggiunto gli obiettivi
Tre dei 28 Stati membri dell’Ue hanno già raggiunto il livello richiesto per soddisfare i loro obiettivi nazionali al 2020: Bulgaria , Estonia e la solita Svezia . Ma anche, la Lituania, la Romania e l’Italia nel 2013 sfiorano il successo (il nostro Paese è sopra la media europea), con un distacco di 0,5 punti percentuali dai rispettivi target per il 2020. Tra i bocciati c’è sempre il Regno Unito, che arranca a 9,9 punti percentuali di distanza dal suo obiettivo per il 2020, ma è in buona compagnia: quella di Paesi Bassi (9,5 pp), Francia (8,8 pp) e Irlanda (8,2 pp).
Solo la Svezia supera il target nei trasporti
La strategia “Europa 2020” fissa inoltre uno specifico obiettivo secondario, relativo alla quota di carburanti per autotrazione da fonti rinnovabili. Nel 2013, la Svezia, con il 16,7 % di energie rinnovabili nel settore dei trasporti è stato l’unico Paese membro dell’Ue ad avere già superato di slancio l’obiettivo dei trasporti del 10%, mentre la Finlandia (9,9 %) era ad un passo dal raggiungimento. La maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea è circa a metà strada. Con meno dell’1 % di energia da fonti rinnovabili nel settore trasporti, Estonia (0,2 %), Spagna (0,4%) e Portogallo (0,7 %) sono gli ultimi della graduatoria.