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“Vento in poppa”: l’EWEA descrive l’eolico europeo

L'Associazione ha pubblicato stamane il documento che contiene le informazioni sull'eolico europeo descrivendo la situazione di ben 17 stati del continente

(Rinnovabili.it) – L’EWEA (European Wind Energy Association) ha pubblicato stamane il nuovo rapporto descrittivo della situazione eolica di 17 paesi europei. Vento in Poppa, questo il titolo del documento, contiene le specifiche dei progetti realizzati, in costruzione e ancora in fase di progettazione, che interessano soprattutto i paesi del Nord Europa; in totale ben 141 GW di capacità eolica off shore istallata, in grado di fornire l’energia necessaria a coprire il fabbisogno di almeno 130 milioni di famiglie europee.

Questi impianti eolici rappresentano una capacità 35 volte superiore rispetto ai circa 4 GW installati fino ad oggi e forniranno il 13,1% della produzione totale di elettricità in Europa, si legge nel rapporto.

Nel Regno Unito, Germania e Belgio è prevista la costruzione di nuovi impianti eolici offshore, con una capacità totale di 5,6 GW. “C’è grande interesse per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in Europa”, ha commentato Arthouros Zervos, presidente dell’WEA. “Gli sviluppatori, i governi e gli investitori si stanno rendendo conto che l’energia eolica offshore offre la crescita e l’occupazione di cui l’Europa ha disperatamente bisogno.” Entro il 2020 è infatti prevista la creazione di 169mila nuovi posti di lavoro nel settore, numero che dovrebbe arrivare a 300mila entro il 2030 secondo quanto riferisce il rapporto dell’Agenzia.

Attualmente le aziende e il mercato europeo risultano leader a livello mondiale con oltre il 99% della capacità off-shore istallata nelle sole acque continentali e con un settore che si occupa delle turbine, delle componenti per la produzione, delle sottostrutture, delle navi per il trasporto e la manutenzione compresi i cavi sottomarini e le infrastrutture in continua crescita. Nonostante le potenzialità del settore nel documento viene ribadita la necessità di investimenti per la realizzazione di nuovi impianti ma anche per l’adeguamento e la ristrutturazione delle reti elettriche affinchè siano idonee a supportare la nuova produzione energetica. Il pericolo è che le reti elettriche offshore presenti nel nord Europa e nel Baltico non siano in grado di sostenere l’approvvigionameto energetico mettendo a rischio l’espansione del settore.

“Il settore dell’energia eolica off-shore è in grado di replicare il successo dello sviluppo della tecnologia eolica onshore, che ora è una fonte tradizionale di energia competitiva con il carbone e con i nuovi impianti a gas, oltre che una grande industria europea”, ha affermato Zervos. “Tuttavia, per garantire che questo accada, i decisori europei devono fissare ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile oltre il 2020, investire di più nella ricerca e nello sviluppo della rete  in mare”.