Dal Global Wind Energy Council gli scenari che delineano il futuro a medio termine dell’eolico mondiale. E le strategie per aumentare la sua capacità di quasi cinque volte
(Rinnovabili.it) – L’accordo internazionale sul clima e il drastico calo dei costi tecnologici stanno spianando la strada all’eolico. L’energia del vento è ora in grado, con i giusti impulsi, di arrivare a fornire fino al 20 per cento dell’elettricità mondiale nei prossimi 14 anni. Ne è fermamente convinto il Global Wind Energy Council che nel suo nuovo rapporto sul settore dipinge cinque possibili scenari di sviluppo.
Presentata ieri a Pechino, la relazione esplora il futuro del comparto eolico per il 2020, 2030 e 2050. E rivela: entro i prossimi 14 anni potremmo portare la capacità eolica istallata oltre i 2.100 GW, fornendo fino al 20 per cento dell’elettricità mondiale. Valori che si tradurrebbero, spiega il GWEC, in una serie di benefici a cascata, dalla creazione di 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro alla riduzione delle emissioni di CO2 per oltre 3,3 miliardi di tonnellate all’anno.
Non sorprende certo sapere che sarà la Cina, la nazione a portare a casa il miglior risultato in termini di crescita. Su gli oltre 2000 GW di capacità futura, il Consiglio prevede che la Repubblica Popolare contribuisca con ben 666 GW, quadruplicando la sua capacità attuale.
Quanta strada dovremmo percorre per ottener simili risultati? Davvero molta, dal momento a fine 2015 risultava una potenza cumulata installata a livello globale di 433 GW (in crescita del 17 per cento rispetto l’anno precedente). E anche dal punto di vista economico, l’obiettivo richiederebbe uno sforzo di 200 miliardi di euro di nuovi investimenti. Entro la fine di quest’anno, il Pianeta dovrebbe aggiungere al totale altri 60 GW, grazie alla rapida crescita dell’eolico sui mercati emergenti di Asia e America Latina. Ma tra potenza istallata ed energia prodotta, c’è ancora qualche problema.
Ed è proprio la Repubblica Popolare a farsi bandiera di una crescita a volte dissennata, che non tiene conto delle attuali difficoltà di distribuzione. Reti carenti a parte, l’authority per l’energia cinese ha rivelato a luglio di quest’anno che il 21 per cento di tutta l’elettricità eolica prodotta nella prima metà dell’anno è stato sprecato, sia a causa del rallentamento della crescita della domanda sia per la realizzazione di nuove centrali elettriche a carbone, che hanno reso più difficile per progetti eolici accedere alla rete.