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Usa: studiare i modelli meteo per istallare l’eolico offshore

(Rinnovabili.it) – Un numero sempre maggiore di esperti concorda sul fatto che le fonti rinnovabili abbiano il potenziale adatto per aiutare il pianeta a soddisfare le necessità energetiche e per ridurre il quantitativo di emissioni nocive. Uno dei ruoli di maggiore rilevanza pare sia coperto dal vento, soprattutto se sfruttato in impianti eolici offshore. Nonostante questo, però, negli stati Uniti ancora oggi mancano impianti fuori costa che producano per il paese energia a basso costo e a basso impatto  ambientale.

Per posizionare al meglio eventuali turbine un gruppo di ricercatori e ingegneri di Standford ha redatto e pubblicato uno studio compilato grazie a simulazioni di sofisticati modelli meteorologici. In questo modo hanno previsto la costruzione di 4 parchi eolici interconnessi a largo delle coste orientali degli Stati Uniti, una regione che rappresenta il 34% della domanda energetica nazionale e il 35% delle emissioni Usa di CO2.

“E’ la prima volta che qualcuno ha utilizzato dati meteorologici ad alta risoluzione per pianificare il posizionamento di reti eoliche off-shore”, ha dichiarato Mark Z. Jacobson, professore di ingegneria civile e ambientale e coautore dello studio. “E questa sofisticazione ha fornito un livello più profondo di comprensione della progettazione della griglia.”

Dalle analisi condotte, la capacità totale massima della rete di interconnessione è stimata a 2.000 MW, più o meno equivalenti alla capacità annua di una centrale elettrica e mezza alimentata a carbone. Ogni impianto quindi dovrebbe contare circa 100 turbine, offrendo una capacità energetica di 500 MW. “Una rete in mare come estensione della rete onshore in questa regione potrebbe migliorare l’affidabilità della fornitura, riducendo la congestione e differenze di prezzo dell’energia tra le aree”, ha dichiarato Mike Dvorak, autore principale dello studio. Mentre i parchi eolici a terra tendono a registrare il picco della produzione giornaliera durante la notte, quando la domanda è più bassa, le turbine offshore – se posizionate nelle giuste aeree – sono invece in grado di sfruttare brezze marine di intensità notevole durante il giorno, implementando notevolmente la produzione di elettricità.

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