Uno studio scientifico del MIT conferma: vivere in prossimità di impianti eolici non comporta nessun rischio per la salute umana
(Rinnovabili.it) – L’eolico è una di quelle tecnologie che ha dovuto lottare a lungo, e ancora si trova a farlo, contro la sindrome Nimby (Not In My Back Yard). Tra le recriminazioni spesso lanciate all’indirizzo di turbine e aerogeneratori c’è anche quella che vuole questa tecnologia dannosa per la salute umana. Niente di più falso secondo il Massachusetts Institute of Technology di Boston. La celebre università americana ha pubblicato uno studio scientifico in cui si attesta non c’è alcuna correlazione tra le emissioni acustiche delle turbine eoliche e malattie, disturbi o altri indicatori di danno per la salute umana.
Secondo il Canadian Wind Energy Association (CanWEA), che ha finanziato il progetto, lo studio fornisce una revisione indipendente, globale e multidisciplinare di tutta la letteratura scientifica prodotta sulla relazione uomo-turbina. Il rapporto è stato pubblicato online nel Journal of Environmental and Occupational Medicine e redatto da un team multidisciplinare di co-autori con esperienza professionale in medicina ambientale, epidemiologia, acustica, otorinolaringoiatria, psicologia clinica e della salute pubblica. Per l’indagine sono stati presi in considerazione numerosissimi casi studio sia in America che in Europa per valutare l’impatto delle emissioni acustiche, incluse quelle nell’infrasuono, sulla qualità della vita delle comunità locali. Gli autori hanno così scoperto che non solo il rumore degli aerogeneratori svolge un ruolo minore rispetto ad altri fattori nella cosiddetta “sindrome da turbina eolica”, ma anche che la qualità della vita è addirittura migliore proprio nei centri abitati siti in zone limitrofe ai parchi eolici.
“Questo documento – spiega Robert Hornun, presidente CanWEA – è un nuovo importante contributo alla letteratura scientifica sulle turbine eoliche e la salute umana e riporta i progressi raggiunti nella nostra comprensione scientifica dal momento che la nostra associazione commissionò una prima revisione già cinque anni fa”. Gli fa eco anche l’ANEV, che proprio a fronte dei risultati ottenuti dal MIT, invita oggi le istituzioni italiane “a considerare sempre più le risultanze scientifiche di studi prodotti da Istituti universitari ed Enti di Ricerca di rilevanza comprovata, come appunto il MIT, a dispetto di affermazioni sensazionalistiche e prive di basi scientifiche”.