Le piattaforme flottanti mandano in soffitta le ingombranti fondamenta classiche dell'oeolico offshore, regalando interessanti possibilità di sviluppo alle acque con fondali profondi. Ma servono nuovi sforzi per abbassare i costi
L’Europa ospita attualmente gli unici due parchi eolici galleggianti al mondo
(Rinnovabili.it) – Le prime turbine eoliche galleggianti hanno iniziato a bagnarsi nelle acque europee, complici il calo dei costi e le nuove potenzialità di questa tecnologia. La sostituzione delle tradizionali fondamenta fisse con piattaforme flottanti permette agli aerogeneratori offshore di raggiungere nuove profondità; e di conseguenza apre le porte dello sviluppo eolico in mare a quei Paesi con fondali troppo alti, anche a brevi distanze dalla costa. Mar Mediterraneo in primis.
“Le turbine eoliche galleggianti possono produrre elettricità più al largo e in acque più profonde rispetto alle tradizionali turbine fisse sul fondo, che oggi rappresentano quasi tutte le installazioni in Europa”, spiega WindEurope. “Per molti bacini marini europei, come il Mediterraneo o il Mar Nero, l’eolico offshore galleggiante è una tecnologia ottimale. Consentirà a sempre più Paesi di beneficiare dell’energia del vento a largo delle coste”.
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L’associazione europea ha stimato un potenziale sfruttabile con questa tecnologia di 150 GW entro il 2050. A titolo di confronto dal 1991 – anno della prima wind farm marina, al 2020, l’Europa ha installato 25 GW di capacità eolica offshore totale. Perché ciò avvenga, i costi della tecnologia flottante dovranno continuare a diminuire. WindEurope stima che potrebbero ridursi a 40-60 euro il MWh con le giuste politiche governative di supporto.
“L’Europa ospita oggi gli unici due parchi eolici galleggianti al mondo: il progetto Hywind Scotland da 30 MW nel Regno Unito e il Windfloat Atlantic da 24 MW in Portogallo”, sottolinea l’associazione aggiungendo alla lista anche i nuovi target di Francia, Regno Unito, Portogallo, Italia, Spagna, Norvegia e Svezia. Nel bel Paese uno dei primi progetti in questo campo a veder la luce, potrebbe essere l’impianto da 2,9 GW proposta da Toto holding e la sua controllata Renexia a largo della Sicilia.
Qual è la migliore piattaforma per le turbine eoliche galleggianti?
Ma le sole politiche non bastano. Anche l’innovazione tecnologica deve continuare la sua corsa . Uno dei punti clou nella progettazione di turbine eoliche galleggianti sono i sistemi di ormeggio e ancoraggio che aiutano a stabilizzare gli aerogeneratori, limitandone il movimento in condizioni meteorologiche avverse. “Qui – sottolinea a WindEurope – entra in gioco il progetto Corewind“.
L’iniziativa, finanziata dall’Unione europea, nasce con l’obiettivo di portare i costi sotto i 100 euro al MWh, sviluppando una nuova modellazione e ottimizzazione delle sottostrutture galleggianti in calcestruzzo. “Questi miglioramenti – si legge nel sito del progetto – saranno convalidati mediante simulazioni e test sperimentali” sia in acqua che nella galleria del vento. Il team di Corewind prenderà come riferimento due concept di piattaforme a base di cemento – semi sommergibile e a colonna (spar) – a supporto di grandi turbine eoliche da 15 MW. Le unità saranno installate a profondità d’acqua rispettivamente maggiore di 40 e 90 metri. Il progetto fornirà anche linee guida e migliori pratiche di progettazione, nonché modelli di dati aperti per accelerare lo sviluppo di turbine eoliche offshore.