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Le turbine eoliche cinesi finiscono sotto la lente UE

turbine eoliche cinesi
Foto di Sander Weeteling su Unsplash

Gli effetti del nuovo regolamento UE su sussidi esteri

(Rinnovabili.it) – Dopo i pannelli solari è la volta degli aerogeneratori. Ieri la Commissione europea ha annunciato che avvierà un’indagine nei confronti dei fornitori di turbine eoliche cinesi oggi coinvolti nella realizzazione di alcune wind farm nel vecchio Continente. A riferirlo la vicepresidente esecutiva della Commissione per la Concorrenza, Margarethe Vestager, intervenendo alla conferenza sulle politiche pubbliche dell’Institute for Advanced Study di Princeton. “Stiamo studiando le condizioni per lo sviluppo di parchi eolici in Spagna, Grecia, Francia, Romania e Bulgaria”, ha rivelato la Commissaria, senza nascondere le crescenti tensioni commerciali con l’Asia.

I riflettori sono tutti puntati sul gigante asiatico. “Per noi la Cina è allo stesso tempo un partner, un concorrente economico e un rivale sistemico. Ma le ultime due dimensioni sono sempre più convergenti”, ha dichiarato Vestager. La preoccupazione dell’Esecutivo Ue è che la grande capacità delle turbine eoliche cinesi sovvenzionate e immesse sul mercato comunitario non rappresenti solo un danno per i produttori europei, ma possa mettere a repentaglio anche la sicurezza economica

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L’arma messa in campo per contrastare le pratiche scorrette? In questo caso nuovo “Regolamento sui sussidi esteri“, con cui Bruxelles può indagare sull’esistenza o meno di sussidi e sugli effetti a livello di concorrenza, imponendo in caso misure riparatorie. Le norme, entrate in vigore nell’estate del 2023, sono le stesse che hanno permesso alla Commissione di indagare su due consorzi stranieri partecipanti ad appalto fotovoltaico in Romania. Oggi l’operazione si ripete ma con un campo d’analisi più grande coinvolgendo 5 mercati: Bulgaria, Francia, Grecia, Romania, Spagna. 

Turbine eoliche cinesi, costano il 50% in meno di quelle europee

“Comprendiamo pienamente la logica della Commissione”, ha affermato Giles Dickson, CEO di WindEurope. “I produttori cinesi di turbine eoliche offrono prezzi molto più bassi rispetto ai produttori europei e termini di finanziamento incredibilmente generosi con pagamenti differiti fino a 3 anni. Non è possibile farlo senza un ingiusto sussidio pubblico. Inoltre, ai produttori europei non è consentito offrire pagamenti differiti in questo modo secondo le regole dell’OCSE”. Ben inteso: nel settore eolico la produzione europea ha ancora lo spazio maggiore, ma negli ultimi anni la competizione si è fatta più accesa

Nel dettaglio gli aerogeneratori cinesi immessi nel mercato comunitario vantano prezzi dimezzati rispetto all’offerta “Made in Europe”. E, sottolinea l’associazione, “i pagamenti differiti significano di fatto che i produttori cinesi offrono le loro turbine gratuitamente fino a quando il gestore del parco non avrà 3 anni di ricavi”.

Per contrastare il problema il nuovo Regolamento aiuta ma non appare risolutivo e l’esecutivo Ue lo sa bene. “Stiamo sfruttando appieno gli strumenti di cui disponiamo”, ha aggiunto Vestager. “Ma non posso fare a meno di pensare che stiamo giocando a ‘Colpisci la talpa’. Abbiamo bisogno di qualcosa di più di un approccio caso per caso. Abbiamo bisogno di un approccio sistematico. E ne abbiamo bisogno prima che sia troppo tardi. Non possiamo permetterci di vedere replicato quello che è successo ai pannelli solari anche ai veicoli elettrici, all’energia eolica o ai chip”.  

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