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Eolico biomimetico: la turbina SUMR da 50 MW imita le palme

Partiranno quest’estate, in Colorado, i primi test su scala ridotta degli aerogeneratori bioispirati. Obiettivo: dimezzare i costi dell’eolico offshore

turbina SUMR

 

L’eolico offshore spalanca le braccia alla mega turbina SUMR

 

(Rinnovabili.it) – L’industria eolica europea ci ha regalato in questi anni giganteschi aerogeneratori marini, alti come grattacieli ed estremamente potenti: il record, sul campo, spetta alla Scozia che ha da poco installato nelle sue acque la mega turbina da 8,8 MW.

Ma il settore è alla continua ricerca di un progetto che possa rompere gli attuali limiti, ampliando la capacità della tecnologia. Un esempio lo offre la turbina SUMR da 50 MW, concept studiato da un nutrito gruppo di università statunitensi. SUMR è l’acronimo delle parole inglesi Segmented Ultralight Morphing Rotor, ossia rotore segmentato ultraleggero e trasformabile. Significa che l’aerogeneratore, grazie a pale costituite da una serie di cilindri cavi, può ripiegarsi verso il fuoco centrale – come un ombrello che si chiude – in caso di necessità (eventi meteorologici estremi).

 

L’idea arriva dall’osservazione del comportamento delle palme durante una tempesta: la struttura di queste piante rappresenta uno dei design naturali migliori contro tempeste e uragani. Nella turbina SMUR si replica sul rotore quella segmentazione del corpo tipica delle palme. In questo modo le pale possono piegarsi in linea con la direzione del vento e allineare il carico, riducendo così le sollecitazioni di picco, pur mantenendo in una parte rigida e in funzione.

 

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Rinnovabili.it aveva già trattato in passato l’iniziativa di ricerca, che torna oggi nell’attualità di settore con gli aggiornamenti rilasciati dal capo progetto Eric Loth a Greentechmedia. Si scopre così che il team di ricerca metterà presto alla prova i primi prototipi nel mondo reale: entro la fine dell’estate 2018, inizieranno i test (su scala ridotta) con pale lunghe 21 metri e progettate per una turbina SUMR da 13,2 megawatt, presso il National Wind Technology Center del NREL situato a sud di Boulder, in Colorado. Ovviamente l’obiettivo finale è arrivare a realizzare un aerogeneratore da 50 MW di potenza, in grado di ridurre il costo livellato dell’energia eolica offshore fino al 50% entro il 2025.

Il progetto è stato avviato a novembre 2015, da un gruppo di ricerca guidato dall’Università della Virginia e comprendente l’Università dell’Illinois, Università del Colorado, Colorado School of Mines, National Renewable Energy Laboratory (NREL). Il team si incontra regolarmente con un comitato consultivo del settore industriale che comprende nomi come GE, Siemens e Vestas.