L’IEA: quest’anno “opportunità significativa” per riuscire a triplicare le rinnovabili globali entro il 2030
Le politiche ufficiali degli stati per aumentare la capacità installata globale di fonti rinnovabili sono completamente disallineate dall’obiettivo stabilito l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. Il gap si riduce se si contano anche i piani annunciati e i loro livelli di ambizione. Ma mancano comunque all’appello 3.000 GW. Lo ha calcolato l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) in un rapporto che monitora i progressi verso l’obiettivo di triplicare le rinnovabili globali entro il 2030.
Un gap da 3.000 GW rinnovabili
Il punto di partenza sono le politiche depositate presso l’Unfccc, i cosiddetti Contributi Nazionali Volontari (NDC) che ogni paese è tenuto a presentare alla Convenzione quadro dell’Onu sul cambiamento climatico illustrando i suoi obiettivi nazionali. Sono pochi (14 su 194) gli stati che hanno incluso esplicitamente dei target al 2030 per le rinnovabili nei loro piani più aggiornati. Secondo l’IEA, nel complesso il livello di ambizione attuale coprirebbe appena il 12% (pari a 1.300 GW) di ciò che è necessario per onorare l’impegno preso a Dubai.
L’Agenzia ha però passato al vaglio tutti i piani annunciati – ma non ancora tradotti in politiche ufficiali da oltre 150 paesi. Insieme, valgono il 70% del target di triplicare le rinnovabili globali entro il 2030 – 8.000 GW rispetto agli 11.000 necessari. C’è quindi, nei prossimi mesi, una “opportunità significativa” per rimettersi sulla traiettoria giusta. Quest’anno, infatti, i paesi elaboreranno l’aggiornamento dei loro NDC, che dovranno essere depositati nel 2025. E fissare chiaramente i target per fine decennio.
“Questo rapporto chiarisce che l’obiettivo di triplicazione è ambizioso ma realizzabile, anche se solo se i governi trasformano rapidamente le promesse in piani d’azione”, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol.
Le priorità per triplicare le rinnovabili globali entro il 2030
Se si guarda la curva di crescita della capacità installata di energia pulita a livello globale, nota l’IEA, si constata che ogni anno, a partire dal 2015, è triplicata. Soprattutto grazie a una politica più attenta dopo l’Accordo di Parigi, alla creazione di economie di scala e al progresso delle tecnologie. Tutti elementi che hanno fatto crollare del 40% i costi di fotovoltaico ed eolico, rendendoli competitivi con le fossili. L’anno scorso l’aumento anno su anno è arrivato a 560 GW, un balzo “senza precedenti” del 64%.
Buona parte del successo dipenderà dalla Cina. L’anno scorso ha installato 350 nuovi GW rinnovabili, più di metà del totale mondiale, e se manterrà questo ritmo secondo l’IEA dovrebbe superare “di gran lunga” i suoi obiettivi attuali per fine decennio. Ma al netto di Pechino, avverte l’Agenzia, “il resto del mondo dovrebbe accelerare la crescita media annua del 36% nel resto del decennio per raggiungere le ambizioni nazionali”.
Per aggiustare la traiettoria bisogna lavorare su alcuni aspetti prioritari. L’IEA mette l’accento sui tempi troppo lunghi negli iter autorizzativi, sugli investimenti ancora inadeguati sull’infrastruttura di rete, sulla necessità di integrare in modo rapido ed efficiente le energie rinnovabili variabili, e sugli elevati costi di finanziamento.