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Eolico e storage fanno lo sgambetto alla transizione energetica degli Stati Uniti

Transizione energetica Stati Uniti: fuori strada per i target dell’IRA (e di Parigi)

Foto di Sven Brandsma su Unsplash

Transizione energetica Stati Uniti: fuori strada per i target dell’IRA (e di Parigi)
Foto di Sven Brandsma su Unsplash

Nel 2023 installati solo 32,2 nuovi GW di rinnovabili e stoccaggio, nel 2024 dovrebbero salire a 60-127 GW

(Rinnovabili.it) – Il mastodontico piano di investimenti di Biden per la transizione energetica degli Stati Uniti non sta dando i risultati che auspicava la Casa Bianca. L’Inflaction Reduction Act (IRA) sta sì dando una sterzata decisa sia sul versante delle rinnovabili che su quello della mobilità elettrica. Ma l’ammontare di investimenti reali e le proiezioni di crescita (soprattutto dell’energia pulita) per i prossimi anni mostrano che servono sforzi aggiuntivi per raggiungere il -40% di emissioni di gas serra entro il 2030 promesso con l’IRA. E il gap con l’obiettivo depositato formalmente all’Unfccc, cioè -52-55% rispetto ai livelli del 2005, è ancora più marcato.

Cosa sta frenando la transizione energetica degli Stati Uniti?

Gli intoppi principali arrivano dal fronte dell’energia pulita. Nel 2023 gli Stati Uniti hanno collegato alla rete un ammontare record di capacità di generazione e stoccaggio di elettricità a zero emissioni di carbonio. Si tratta di 32,2 GW in tutto, un aumento del 32% rispetto al 2022. Il miglior risultato di sempre, anche migliore di quello del 2021, quando il totale era arrivato a 31,6 GW.

Ciò nonostante, solo l’incremento del fotovoltaico è sui binari giusti per centrare gli obiettivi dell’IRA, mentre per eolico e stoccaggio la traiettoria è ancora troppo bassa. L’anno scorso, la maggior parte della nuova capacità installata era costituita dal fotovoltaico con 18,4 GW, seguita dallo stoccaggio tramite batterie con 6,4 GW e dall’eolico con 6,3 GW.

Cosa sta frenando la transizione energetica degli Stati Uniti? L’IRA ha reso l’elettricità rinnovabile “competitiva” in termini di costi rispetto al carbone e al gas naturale, anche se ci sono fattori di freno come “l’inflazione dei costi a breve termine nel 2022/2023 e un ritardo nella pubblicazione di linee guida su alcune disposizioni sul credito d’imposta”, spiega un rapporto di Rhodium Group, università di Princeton e Massachusetts Institute of Technology. “I maggiori ostacoli all’implementazione da qui al 2030 non sono relativi ai costi, ma consistono in ritardi nella scelta dei siti e nelle autorizzazioni, intasamenti per la connessione alla rete e problemi nelle catene di approvvigionamento, spiega il rapporto.

Ritardi, questi, che accumulandosi peggioreranno il quadro complessivo nei prossimi anni. Gli aumenti medi previsti per il 2023-24 dagli autori per centrare l’obiettivo dell’IRA arrivano a 46-79 GW. Ma siccome l’anno scorso ne sono stati installati poco più di 30, già nel 2024 gli Stati Uniti dovranno installare tra i 60 e i 127 nuovi GW di nuova capacità.

Possibile? “Attualmente ci sono 60 GW di capacità in fase di sviluppo con una data di inizio prevista nel 2024”, calcola il rapporto. Abbastanza per sfiorare il limite inferiore della forchetta delle proiezioni allineate ai target. “Ma le date di inizio previste in questo periodo dell’anno tendono a slittare, rendendo probabile che il numero di aumenti di capacità per l’intero anno 2024 finirà per essere notevolmente inferiore a 60 GW”, sottolineano gli autori.

L’unica nota pienamente positiva arriva dalle auto elettriche. L’accelerazione nelle vendite c’è stata, anche grazie al piano di incentivi predisposto dall’IRA. La quota di mercato nel 2023 è arrivata al 9,2%, perfettamente in linea con le proiezioni per quest’anno che spaziavano tra l’8,1 e il 9,4%.

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