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Rumore delle turbine eoliche: alla scoperta del fenomeno NIMBY

In Finlandia un team di scienziati sta realizzando un nuovo approccio per studiare le reazioni personali ai suoni degli aerogeneratori

Rumore delle turbine eoliche: alla scoperta del fenomeno NIMBY

 

(Rinnovabili.it) – All’Università della Tecnologia di Lappeenranta, in Finalandia, è stato avviato un nuovo progetto di ricerca biennale sul suono prodotto dagli impianti eolici. Le grandi wind farm si portano dietro ancora oggi  un fronte NIMBY particolarmente acceso, che vede nel rumore delle turbine eoliche, soprattutto quelle dei grandi parchi, uno dei primi motivi di contrarietà. Il nuovo studio avviato dai ricercatori finlandesi cercherà pertanto di identificare le caratteristiche “fastidiose” di questi impianti condividendo il punto di vista delle persone che vi vivono vicino.

 

Per farlo, gli scienziati studieranno, la formazione e la diffusione del suono dalle turbine, parallelamente alle esperienze personali di quanti abitano in prossimità delle wind farm. “Nella pratica, le esperienze individuali con l’energia eolica sono molto difficili da studiare. In precedenti ricerche abbiamo chiesto alla gente di tenere un diario, ma si è dimostrato essere un modo poco pratico di raccolta delle informazioni. Il tempo meteorologico varia, il vento non è sempre costante, e la gente non può sempre prendersi la briga di tenere un diario. La ricerca sul modo in cui le persone percepiscono il suono richiede nuovi e più semplici strumenti”, afferma Pertti Kolari, uno dei ricercatori coinvolti nello studio.

 

La ricerca si concentrerà sul valutare le esperienze personali per un rumore continuo, a breve e a lungo termine. Secondo Sari Janhunen, collega di Kolari, sono necessarie informazioni obiettive sul suono emesso dalla turbina, e soprattutto su come le persone vivono e su quanto influisce l’accettabilità di questa tecnologia. Le esperienze non sempre possono essere trasferite direttamente da una cultura all’altra. “In Finlandia, per esempio, siamo abituati al silenzio, o selezioniamo una zona silenziosa per il nostro spazio vitale, il che determina probabilmente gli atteggiamenti e le esperienze in materia di rumore”.

L’intero progetto di ricerca è coordinato dall’Università di Vaasa ed è stato finanziato con un budget di 650.000 euro.