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Coronavirus: la ripresa economica va affidata alle fonti rinnovabili

Il primo Global Renewables Outlook di IRENA mostra come la decarbonizzazione del sistema energetico possa supportare la ripresa a breve termine, creando al contempo economie e società resilienti ed inclusive

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Foto di Aurica Dina Kyra Lotzkat da Pixabay

Gli effetti delle fonti rinnovabili sulla ripresa economica

(Rinnovabili.it) – Per ripartire, una volta superata la fase emergenziale, è necessario investire seriamente sulle fonti rinnovabili. Il perché e il come lo spiega il nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale IRENA. Nel suo primo Global Renewables Outlook, l’organizzazione affronta il tema degli effetti benefici dell’energia pulita sulla ripresa economica

In momento storico in cui la pandemia di coronavirus ha paralizzato società e industria e sconvolto qualsiasi previsione a riguardo, è necessario sapere su quali strumenti poter contare. Uno di questi è la spinta alla decarbonizzazione mondiale. La transizione energetica, avviata in periodo pre-COVID19, offre infatti un’opportunità per associare la ripresa economica al raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati.

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I governi si trovano ad affrontare un difficile compito di tenere sotto controllo l’emergenza sanitaria introducendo importanti misure di stimolo e recupero”, spiega Francesco La Camera, direttore generale di IRENA. “La crisi ha messo in luce vulnerabilità profondamente radicate dell’attuale sistema“. In questo contesto l’Outlook mostra come costruire economie più sostenibili, eque e resilienti allineando gli sforzi di ripresa economica a breve termine con i target a medio e lungo termine dell’Accordo di Parigi.

Quello che è certo è che gli sforzi vanno notevolmente incrementati rispetto al passato. Un percorso di decarbonizzazione profonda richiede investimenti energetici totali fino a 130mila miliardi di dollari. In cambio però, offrirebbe enormi guadagni socio-economici. 

Nel dettaglio, la trasformazione del sistema energetico potrebbe aumentare i guadagni complessivi del PIL globale rispetto alle normali attività di 98mila miliardi di dollari tra oggi e il 2050. Questo significherebbe anche garantire 42 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore energetico. “Accelerando le energie rinnovabili e rendendo la transizione energetica parte integrante della più ampia ripresa, i governi possono raggiungere molteplici obiettivi economici e sociali nella ricerca di un futuro resiliente che non lasci indietro nessuno”.

Nonostante i percorsi diversi, il documento prospetta per tutte le regioni importanti incrementi dell’energia verde. Secondi gli analisti il Sud-est asiatico, l’America Latina, l’Unione Europea e l’Africa sub-sahariana dovrebbero raggiungere il 70-80% di quote rinnovabili nei loro mix entro metà del secolo. Analogamente, l’elettrificazione dei consumi finali, nel settore termico e dei trasporti, aumenterebbe ovunque, superando il 50% in Asia orientale, Nord America e in gran parte dell’Europa. 

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