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Rinnovabili? Non rappresentano il futuro energetico del pianeta

Un rapporto appena pubblicato non lascia speranze all'espansione delle rinnovabili, destinate a rimanere troppo care per sostituire i carburanti fossili e non così pulite come si crede

(Rinnovabili.it) – Le fonti rinnovabili non avrebbero alcuna prospettiva di divenire competitive sul mercato energetico. A rivelarlo un nuovo studio dell‘Adam Smith Institute dal titolo Renewable Energy: Vision or Mirage? pubblicato stamane. Solare ed eolico prima delle altre non avrebbero quindi possibilità di giocare un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico in termini di riduzione delle emissioni.

Il rapporto ha immediatamente suscitato critiche da parte del comparto industriale legato alle rinnovabili che lo ha definito come il “solito vecchio clique dello stesso gruppo di persone che continua a ripetere le medesime argomentazioni, vecchie e passate”. Secondo la relazione invece l’attenzione che il governo sta concedendo alle rinnovabili sarebbe fuorviante e non realistico, troppo ottimista visto che le FER non potranno mai fornire la sicurezza dell’approvvigionamento, per questo il paese deve concentrarsi altrove per non rischiare di arrivare a metà del decennio in corso con gravi carenze nella produzione e quindi nella distribuzione di energia.

Una passione quindi quella per le fonti energetiche alternative che si nasconde dietro le grandi lobby dell’energia verde come confermato dalle dichiarazioni rilasciate da uno degli autori della relazione, Martin Livermor “Per troppo tempo ci è stato detto che gli investimenti nelle rinnovabili erano antieconomici e non necessari ma che potrebbero offrire un grande sostegno nel rendere sicura la sicurezza dell’approvvigionamento. I fatti in realtà dimostrano che le attuali tecnologie in fatto di rinnovabili non sono in grado di fornire un grande sostegno alla sicurezza energetica e, nonostante le affermazioni dicano il contrario, hanno un limitato potenziale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Sembra che i ministri non abbiano ancora capito la necessità di investire nel nucleare e nella produzione di gas”.