L’ANEV porrà in essere tutti i rimedi per opporsi all’ennesimo tentativo di bloccare le fonti rinnovabili e per ripristinare lo stato di diritto garantendo agli imprenditori il rispetto delle norme
“Dopo mesi di attacchi, false informazioni e pretestuose accuse al settore delle energie rinnovabili, la Giunta Regionale Sarda, guidata dal Pres. Alessandra Todde, vara un DDL che blocca fino a 18 mesi tutte le Rinnovabili e i sistemi di accumulo”. Lo scrive oggi l’ANEV, l’associazione dell’eolico europeo in una nota stampa in risposta all’approvazione del disegno di legge “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali” in Sardegna lo scorso 30 aprile 2024.
Il testo in questione detta una disciplina transitoria che vieta di realizzare nuovi impianti produzione elettrica da FER o di stoccaggio che incidano direttamente sull’occupazione di suolo. Uno stop che va ad applicarsi anche a tutti quegli impianti con procedure di autorizzazione o concessione già in corso al momento dell’entrata in vigore della legge. Ad esclusione di quelli finalizzati all’autoconsumo o rientrati in configurazioni di Comunità Energetiche rinnovabili. Per quanto tempo? Come sottolineato in apertura, per un periodo non superiore ai 18 mesi. O comunque per il tempo necessario ad adeguare ed approvare la legge regionale sull’individuazione delle aree idonee.
Ben inteso: le norme non hanno ancora ricevuto il via libera dai legislatori regionali, ma al momento la nuova moratoria sarda preoccupa. “La previsione normativa contenuta nel provvedimento che dovrà passare dal Consiglio, ha dell’incredibile […] viene votato un DDL che mira a bloccare le rinnovabili e gli accumuli perché le servono 18 mesi per cambiare le attuali norme e per modificare la bozza del DM aree idonee ritenuto “irricevibile” nel testo del MASE. […] Lascia stupiti l’assoluta indifferenza per i moltissimi imprenditori italiani (la maggior parte) e internazionali che stanno investendo risorse in questa meravigliosa isola e che saranno costretti a lasciare a vantaggio delle solite fossili sarde“.
Per l’Associazione il DDL presenta profili di illegittimità in quanto in contrasto con le norme nazionali e comunitarie in materia, evidenziando anche elementi “che sembrano far pensare anche alla lesione di diritti costituzionalmente tutelati“. “Negli anni l’ANEV ha dovuto spesso contrastare analoghe iniziative regionali, tutte poi dichiarate illegittime, ma mai abbiamo registrato tanta arroganza nelle dichiarazioni e spregio nelle azioni che per un momento siamo rimasti spaesati”, si legge nella nota stampa. “Ma poi momento è passato e siamo tornati fortissimamente determinati a combattere con ogni mezzo contro questo atto che reputiamo fortemente lesivo degli interessi innanzitutto dei sardi, poi anche del settore e delle aziende che rappresentiamo“.
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