Un nuovo studio europeo sulle opportunità delle energie rinnovabili
(Rinnovabili.it) – La strategia energetico-climatica dell’Unione Europea, così come quella italiana (leggi anche Strategia energetica nazionale: 175mld di investimenti), è abbastanza timida sulle rinnovabili. A rimpiazzare un carbone sempre più in crisi, è oggi il gas naturale a cui è stato affidato il ruolo ufficiale di carburante ponte nella decarbonizzazione europea.
Un nuovo studio, condotto tramite Artelys da un gruppo di organizzazioni del consorzio Energy Union Choices, mostra come l’Europa abbia tuttavia profondamente trascurato i trend tecnologici delle energie rinnovabili e dei servizi legati alla domanda
Che Bruxelles (o Roma per rimanere nello scenario nazionale) abbia giocato al ribasso nel suo Pacchetto Energia pulita per tutti è ormai una cosa nota. Ma il documento – presentato oggi nella capitale belga – ci dice esattamente quanto l’UE abbia sottovalutato il potenziale di elementi come l’eolico, il fotovoltaico o l’accumulo.
Il rapporto, intitolato “Cleaner, Smarter, Cheaper – Responding to opportunities in Europe’s changing energy system”, aggiorna innanzitutto le proiezioni dei costi tecnologici che costituiscono la base della modellizzazione della Commissione europea per gli obiettivi UE 2030. Si scopre così, che il Vecchio Continente potrebbe arrivare alla fine del prossimo decennio puntando su una quota del 61% di elettricità generata da fonti rinnovabili, invece del 49% attualmente previsto.
Ciò si tradurrebbe in ulteriori 265 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate e in un risparmio di 600 milioni di euro all’anno nei costi del sistema energetico. In altre parole, investire nelle green energy, combinate con sistemi di flessibilità della domanda, costerebbe all’Europa molto meno che investire nel gas naturale, che potrebbe di contro essere ridotto entro il 2030 del 50%.
“Il calo del costo della tecnologia pulita è andato ben oltre le aspettative”, spiega Laurence Tubiana, CEO della European Climate Foundation che ha commissionato la ricerca. Al punto che continuarne a sottovalutare le potenzialità, arroccandosi sugli attuali obiettivi, potrebbe rallentare la transizione verso un sistema energetico più pulito. Uno dei risultati più sorprendenti del rapporto è che le energie rinnovabili a basso costo e la flessibilità della domanda potrebbero sostituire più della metà della produzione europea di carbone e gas entro il 2030. Di conseguenza, le emissioni del settore energetico potrebbero essere ridotte quasi del doppio (dal -30% a – 55% ) rispetto ai livelli del 2015.