I dati di Terna sui consumi elettrici e le rinnovabili in Italia
(Rinnovabili.it) – Il clima caldo e secco di questi mesi si sta facendo sentire anche a livello energetico. A maggio 2022, a fronte di un aumento della produzione fotovoltaica, l’idroelettrico nazionale ha proseguito nella sua spirale discendente. Raggiungendo un meno 28,7% rispetto al dato di maggio 2021. E se si confrontano i primi 5 mesi dell’anno, il calo risulta ancora più evidente con una riduzione del 39% nel 2022 sul 2021.
I dati arrivano dal consueto rapporto sul sistema elettrico di Terna che offre mensilmente un’approfondita panoramica dell’andamento delle rinnovabili in Italia e della domanda nazionale. Nel complesso, spiega l’operatore della rete di trasmissione, i consumi di energia elettrica continuano a crescere, non solo rispetto alle performance 2021 ma anche di mese in mese. Ma le difficili condizioni siccitose con cui l’Italia si trova a dover fare i conti, hanno tagliato le gambe all’idroelettrico. E nell’ultimo periodo si aggiunti anche i tagli alla geotermia (-0,9% tra maggio 22/21) e all’eolico (-43,1% tra maggio 22/21).
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Il risultato? Tutto sommato soddisfacente, grazie ad alcuni picchi del solare. Lo scorso mese le rinnovabili in Italia hanno contribuito con il 44,6% alla produzione elettrica nazionale, coprendo il 37% dei consumi. Nel dettaglio, maggio ha avuto un giorno lavorativo in più e una temperatura media mensile superiore di quasi 3°C (22 vs 21). La domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’82,3% con la produzione nazionale e per la quota restante dal saldo dell’energia scambiata con l’estero, dato oggi in crescita. Dall’inizio dell’anno invece la produzione verde è stata del 37,2% per una copertura della domanda del 32,6%.
Il rapporto di Terna aggiorna anche l’indice IMCEI che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’. Il documento riporta una flessione del 2,8% rispetto a maggio del 2021 (+2% a parità di calendario). Positive le rilevazioni dei comparti degli alimentari e della cartaria; in contrazione i settori dei metalli non ferrosi, dei mezzi di trasporto, dei materiali da costruzione e delle siderurgiche; sostanzialmente stabili i settori della meccanica e della chimica.