Germania e Spagna trainano la crescita delle rinnovabili elettriche in Europa
Negli ultimi 4 anni, la crescita delle rinnovabili elettriche in Europa ha tagliato del 22% la generazione da fonti fossili. Senza il boom di eolico e fotovoltaico, le fossili sarebbero calate appena dell’1,9% (21 TWh). Il settore elettrico UE ha subito una “trasformazione enorme” grazie al Green Deal, mettendo il blocco sulla strada per diventare un “leader globale”. A meno di una settimana dalle elezioni europee 2024, il think tank Ember tira le somme sull’impatto delle politiche energetiche della Commissione guidata da Ursula von der Leyen.
Rinnovabili elettriche in Europa, 4 anni di crescita senza precedenti
La nuova capacità installata di eolico e fotovoltaico, dal 2019 a oggi, è cresciuta di 188 GW, un sostanzioso +65%. L’energia dal vento è aumentata di quasi un terzo (il 31%), aggiungendo 52 GW per un totale di 219 GW a fine 2023. Il fotovoltaico è cresciuto con ben altro ritmo: +113%, più che raddoppiando la capacità installata da 120 a 257 GW. “Ciò equivale a installare più di 230.000 pannelli solari ogni giorno durante questi quattro anni”, sottolinea Ember in un rapporto rilasciato il 3 giugno. Di conseguenza, la generazione elettrica da fonti rinnovabili è aumentata del 46% (+226 TWh), portando la quota di eolico e solare dal 17 al 27% del mix elettrico europeo.
Anche se la curva di crescita dell’eolico è più lenta di quella del fotovoltaico, in questi 4 anni le turbine hanno raggiunto un risultato importante: l’energia dal vento è diventata la 2° fonte di elettricità in UE, scavalcando il gas nel 2023. L’anno scorso ha generato 470 TWh, praticamente pari alla domanda di elettricità di un paese come la Francia. Il gas fossile si è fermato a 449 TWh.
I numeri delle fossili nel mix elettrico UE
Numeri, quelli delle rinnovabili elettriche in Europa, che hanno contribuito a far scendere rapidamente sia il carbone che il gas. Nel complesso, la generazione da fonti fossili è calata del 22%, pari a -247 TWh. Il carbone ha visto una temporanea ripresa nel 2021, complice il rimbalzo post-Covid e la concomitante crisi dei prezzi dell’energia, ma chiude i 4 anni con -25%, pari a -115 TWh. La traiettoria del gas, invece, è stata sempre puntata verso il basso e ha chiuso nel 2023 ai livelli più bassi dal 2015, il 21% in meno rispetto al 2019 (pari a 120 TWh in meno). Nel complesso, la generazione fossile è calata fino a rappresentare meno di 1/3 del mix elettrico UE (il 32,5%). Era al 39% nel 2019.
L’Italia ben al di sotto della media UE
Una crescita così corposa è stata possibile perché eolico e fotovoltaico sono aumentati in tutti i paesi UE. Anche se con velocità molto diversa. L’Italia non è certo nel gruppo di testa. Il Belpaese tra 2019 e 2023 ha installato appena 10,5 nuovi GW tra turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, circa 1/3 in più dei livelli del 2019 (31,6 GW). Peggio dell’Italia hanno fatto solo Irlanda, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Malta.
Più della metà dei paesi UE, invece, ha almeno raddoppiato la capacità rinnovabile installata. In alcuni casi triplicandola (Lettonia e Lituania). In termini assoluti, la crescita è stata concentrata soprattutto in Germania e Spagna, che hanno contribuito rispettivamente al 22% e al 13% dell’aumento totale UE. Berlino ha aggiunto 42 GW rinnovabili (+38%), Madrid 25 (+69%).
Il mix energetico dell’UE è quindi tra i più puliti al mondo, decisamente meglio delle altre grandi economie come Stati Uniti e Cina. L’intensità delle emissioni da generazione elettrica in Europa era meno della metà della media globale già nel 2019. In questi 4 anni, l’UE l’ha ulteriormente ridotta del 15% (arrivando a 244 gCO2/kWh), mentre la media globale si è fermata a -4%. Mentre circa metà dei mercati delle rinnovabili su scala gigawatt è localizzato in UE.